Come ha potuto la Pizza, una semplice schiacciata di pane condita con pochi e poveri ingredienti diventare uno dei piatti, se non il piatto, più consumato al mondo?
Perché questo cibo semplice, inventato per lenire fame e miseria, nel giro di qualche decennio si è trasformato in un fenomeno economico?
Si stima che ogni giorno si sfornano nel mondo almeno 2,7 miliardi di pizze ogni anno.
Se non è il piatto più consumato al mondo, certamente ci va molto vicino. I maggiori consumatori sul pianeta Terra sono gli americani, con i loro 13 kg a testa ogni anno. Gli italiani guidano la classifica europea con 7,6 kg all’anno, seguiti dagli spagnoli (4,3 kg), francesi e tedeschi (4,2 kg), i britannici (4 kg), belgi (3,8 kg), e portoghesi (3,6 kg).
La pizza sembra invece meno diffusa in Asia, dove viene consumata fra i giovani ed i turisti on the go, ma molto meno dagli abitanti locali che preferiscono consumare cibo tipicamente asiatico. La mangiano a Napoli (dove è stata inventata) come la mangiano a Kanton (con qualche variate), a New York sono matti di pizza, pare che se ne sfornino in media 5 milioni al giorno, così come è ricercata dall’altra parte del Pianeta, in Nuova Zelanda.
Un cibo universale quindi, cinque semplici letterine che in ogni dove sottendono lo stesso significato: cibo caldo, che si appronta velocemente, pratico da mangiare, nutriente e abbastanza economico: sono questi gli ingredienti del suo successo globale, ma la sua magia resta intatta. La magia di una storia secolare che prende “corpo e gusto” dalle falde del Vesuvio e da lì si dipana con crescente e inarrestabile levità. Un cammino prodigioso che ha condotto questo piatto dai vicoli della Napoli del Settecento, dai suoi fondachi più bui, dal ventre della sua gente più povera, alla conquista delle tavole nei quattro angoli del mondo, diventando ai giorni nostri una delle pietanze più famose e più richieste. Possiamo considerarla un vero è proprio patrimonio dell’umanità, non per nulla la pizza napoletana è ufficialmente riconosciuta nel 2010 come specialità tradizionale garantita dall’Unione europea e nel 2017 l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità l’arte del pizzaiuolo Napoletano.

Pizze strane nel mondo
Va detto che in giro per il mondo non sempre la ricetta originaria, impasti e farciture sono rispettatisecondo i canoni della tradizione, la pizza si è fatta “contaminare” dagli ingredienti dei diversi continenti e territori del mondo. Ce ne sono davvero di strane e a volte bizzarre in giro per il globo, vediamo alcune specialità, certamente poco gradite ai buongustai più tradizionalisti. In Brasile troviamo la pizza con i piselli ma c’è anche una variante con carote, barbabietole e bastoncini di patate; in Giappone si chiama Okonomiyaki, una pizza che può essere condita con tutto, ma proprio con tutto. In Russia piace la Pizza “Moskva” che contiene quattro diverse tipologie di pesci: sardine, sgombro, salmone e tonno; la pizza con banana Curry è molto richiesta in Svezia, mentre in India vanno matti per la Pizza al pollo tandoori, una ricetta molto speziata. Concludiamo questo giro del mondo con pizze stravaganti in Australia, qui vanno sul pesante con la pizza con il canguro e la pizza al coccodrillo d’acqua salata, chi l’ha mangiata ha così descritto il sapore: “Aveva un gusto simile a quello dello squalo, ma più masticabile”. Ogni altro commento è inutile.

Articolo tratto da Pizza&core collection n 116

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