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Dolc’é: la pasticceria che rende bello ciò che è già buono

Una piccola realtà, una grande passione: marito e moglie uniti anche nel lavoro che, con l’aiuto delle sfogliatrici Flamic, puntano a fare della tradizione innovazione, valorizzando le materie prime del territorio

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Oggi vi portiamo a San Giovanni Valdarno, in provincia di Arezzo, a conoscere Dolc’è: una piccola pasticceria nata undici anni fa dalla passione di Angela e Simone, due giovani ragazzi partner nel lavoro e nella vita.

Posizionata in un punto strategico, all’incrocio tra tre comuni, questa pasticceria di quartiere è cresciuta nel tempo, passando da soli tre dipendenti agli otto attuali, di cui tre al banco e cinque nel laboratorio, operativi sette giorni su sette.

La sempre maggiore richiesta di prodotti ha portato l’attività anche a una riorganizzazione del laboratorio, per cui ogni giorno feriale è dedicato a una preparazione base e il fine settimana è riservato all’assemblaggio dei componenti. A questo si aggiunge la fornitura quotidiana di pasticceria mignon e la gestione delle ordinazioni.

Per Angela e Simone la pasticceria Dolc’è rappresenta il modo più facile per rendere bello ciò che è già buono: innovazione e tradizione sono i capisaldi della loro pasticceria.

 

news-2.pngSimone, siete la prima generazione: come è nata la vostra passione per la pasticceria?

“Risale ancora ai tempi della scuola alberghiera, quando eravamo solo degli studenti. A formazione terminata abbiamo lavorato presso una pasticceria, ma questa ad un certo punto si è discostata dalla nostra visione trasformandosi in una realtà industrializzata, dai grandi numeri. Io e mia moglie abbiamo così deciso di osare e aprire la nostra pasticceria artigianale, un’attività in grado di darci le soddisfazioni che cercavamo. Da qui è nata Dolc’è.”

 

Cosa ha significato per voi aprire una pasticceria facendo affidamento sulle sole vostre sole forze?

“In questi undici anni non è stato tutto rose e fiori: i primi due/tre anni non sono stati facili perché dovevamo farci conoscere, far capire la nostra idea di pasticceria. Inoltre, non avendo mai gestito direttamente un laboratorio, imparare a farlo ha richiesto uno sforzo e un impegno molto importanti. Piano piano, dopo questo primo periodo di rodaggio, i risultati hanno iniziato ad arrivare e oggi ce li godiamo tutti.”

 

Quali sono i punti di forza della vostra pasticceria?

“Siamo rinomati per i prodotti della prima colazione, che rappresentano circa il 60% del nostro lavoro, e fin da subito ci siamo fatti conoscere per le brioches sfogliate da colazione.

La loro particolarità? L’impasto è all’italiana, ma la laminazione è alla francese, fatta lavorando solamente il burro.

Inizialmente è stato difficile far capire il valore aggiunto delle nostre brioches rispetto a quelle con la margarina offerte dai concorrenti, ma poi la clientela ha capito che hanno una maggiore digeribilità e durabilità durante la giornata. Siamo arrivati a fare in media dalle 200 alle 300 colazioni al giorno, fino alle 400 nei fine settimana.

Un’altra nostra specialità, più recente, sono i lievitati da ricorrenza: in poco tempo siamo arrivati a vendere circa 1.000/1.200 panettoni. Si tratta di un numero impressionante, considerando che le altre pasticcerie della zona non ne vendono neanche la metà. Per noi è fonte di grande soddisfazione!”

 

news-3.pngVisti gli ottimi risultati, quali sono i vostri programmi per il futuro?

“Ci piacerebbe molto realizzare prodotti per chi soffre di intolleranze alimentari ed è impossibilitato a fare colazione al bar con gli amici. Purtroppo, al momento nel nostro laboratorio non è possibile, per questo abbiamo in programma di aprire un locale gastronomico dedicato esclusivamente alle esigenze alimentari (glutine, allergie, intolleranze e diabete). Il tutto pensato per essere realizzato in collaborazione con nutrizionisti e dietologi. Se tutto va bene, già dall’anno prossimo questo sogno potrebbe concretizzarsi.

Un altro nostro desiderio è quello di utilizzare esclusivamente prodotti locali e di stagione. Già da ora cerchiamo di produrre internamente quello che possiamo, come ad esempio le marmellate e le confetture. Il nostro obiettivo è quello di mantenere uno standard di qualità costante nel tempo.”

 

Simone, in tutto questo come siete entrati in contatto con Flamic?

“In realtà l’abbiamo conosciuta per caso. Quando abbiamo deciso di avviare Dolc’è non avevamo molto esperienza in termini di attrezzature per il laboratorio, quindi abbiamo deciso di farci consigliare da uno specialista, che ha curato anche il layout del locale. Lui ci ha suggerito Flamic e non ci siamo mai pentiti della scelta: in questi undici anni di attività la sfogliatrice Flamic non si è mai rotta, è rimasta come nuova nonostante abbia lavorato tutti i giorni.”

 

Secondo voi, quali sono i vantaggi di avere una sfogliatrice Flamic?

“Sicuramente la durabilità dell’investimento: in una pasticceria dove i macchinari sono a pieno regime tutti i giorni, avere delle attrezzature che funzionano bene e a lungo è un grandissimo vantaggio. Oltre a questo, la facilità di utilizzo: la nostra è una sfogliatrice medio-grande intuitiva e semplice da utilizzare.

Anche l’assistenza è un punto di forza: quando abbiamo dovuto sostituire i tappeti, in pochi giorni abbiamo ricevuto i pezzi di ricambio.

Anche se possono costare il 10% in più della concorrenza, la loro qualità e durata nel tempo fanno in modo che ne valga la pena.”


Comunicato stampa Sgaravato Srl

 

www.waicogroup.com

 

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06/03/2023

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