Si stima che in Italia nell’anno appena passato sono state mangiate quasi 3 miliardi di pizze. A prepararla ogni giorno, in Italia, sono oltre 36mila artigiani, nell’ambito del “fuori casa”, dividendosi tra bar, pizzerie pure, panifici, rosticcerie, gastronomie e ristorazione di vario tipo.
Sul mercato regna ancora la pizza al piatto (65%), ma con la pandemia ha conquistato quote importanti l’asporto, con il 35% dei volumi.
La consegna a domicilio rappresenta una delle tendenze di crescita per i prossimi anni. E allora, che dire? La pizza gode di ottima salute ed è pronta a vivere un altro anno sugli scudi, ma gli operatori della pizza non devono illudersi che la strada sia tutta in discesa. Viviamo anni cruciali e turbinosi: 2020-2021-2022…2023 Pandemia-guerra-crisienergetica-speculazione-inflazione-calodifiducia-calodeiconsumi. Il mondo dei consumi fuoricasa e le dinamiche che attengono la distribuzione Horeca sono dentro ad un vortice.
Una ricerca realizzata da Nomisma dice che otto milioni di italiani si dichiarano pronti a risparmiare su cibo e bevande. Una scelta dettata dall’inflazione e dal carovita. La sfida per gli operatori della ristorazione non si preannuncia facile. Non serve nascondersi ai margini del tempesta perfetta, non serve stare fermi in attesa che tutto passi. Il miglior modo per uscirne fuori è quello di passarci di mezzo. Il futuro va affrontato senza timori eccessivi con le armi della qualità della professionalità e dell’innovazione.
E poi credere e vivere il proprio lavoro con passione. Per vincere bisogna essere disposti a perdere e chi ha il coraggio di perdere, potrà vincere.

Giuseppe ROTOLO

Articolo tratto da Pizza&core collection n 115

clicca qui per sfogliare la rivista