S’è chiuso il 12 febbraio a fieramilanocity - Mico la BIT (Borsa Italiana del Turismo), storica manifestazione che dal 1980 porta nel capoluogo lombardo operatori turistici e viaggiatori da tutto il mondo. Alla Bit, fra i diversi convegni e seminari e incontri, s’è fatto anche il punto sul rapporto turismo- enogastronomia con l’appuntamento Food Tourism Day, organizzato da Roberta Garibaldi di World Food Travel Association, fra le compagini leader del turismo food & beverage.

Ciò che emerge dai lavori è che la tavola è un volano per il turismo.

Alla tavola e ai punti di consumo si affiancano anche le “experience”, le esperienze. Stando ai dati il 66% dei turisti enogastronomici italiani ritiene che le esperienze enogastronomiche aiutano a conoscere la cultura locale (Garibaldi, 2018). Fra le esperienze citiamo i tour, la scoperta dei territori e delle loro produzioni; lo storytelling, poi, diventa sempre più importante.

Fra le experience anche i corsi di cucina: il 62% dei turisti enogastronomici vorrebbe parteciparvi, il 32% ha già fatto questa esperienza (Garibaldi, 2018).

Non poteva mancare poi l’esperienza sul vino: il 41% dei turisti italiani ha visitato una cantina nel corso delle sue ultime vacanze, mentre il 35% è andato ad eventi e festival a tema (Garibaldi, 2018). Di interesse anche l’olio: prodotto tipico dell’Italia può essere il nuovo tren ùdel turismo gastronomico.

Anche Coldiretti conferma l’incidenza del cibo nelle scelte delle mete turistiche.

La spesa turistica a tavola nel 2018 supera per la prima volta i 30 miliardi di euro su base annua, divisa tra turisti italiani e stranieri: una cifra da record. Il cibo, per Coldiretti, è la principale voce del budget turistico con oltre 1/3 della spesa di italiani e stranieri in vacanza (dati 2018)

Va da sé che ristoranti, pizzerie, trattorie, panetterie-caffetterie, agriturismo, recepiscono dal flusso del turismo gastronomico un importante spinta economica in termini di clientela e fatturato.

Giovanni Rotolo