Oltre 8 miliardi di euro di cibo (equivalente a mezzo punto di PIL) finisce ogni anno nella pattumiera: questi i numeri dell`Osservatorio Waste Watcher di Last Minute Market che denuncia come gli italiani, mensilmente, prendono oltre 10 euro di alimenti e li buttano via, ancora buoni.

Se lo spreco domestico aumenta, lo spreco in ristorante, invece, sembra diminuire, stando almeno ai dati di Federconsumatori VdA, secondo cui 1 italiano su 3 porta a casa gli avanzi del proprio piatto, quando va via dal ristorante (il fenomeno è noto come doggy bag).

Il mondo food, insomma, vive delle forti contraddizioni; diminuisce la spesa al supermercato, ma tanto ancora si spreca, cibo che passa dal frigo al bidone.

Chiudono molti ristoranti, ma, come racconta Enzo Vizzari direttore Guide de L’Espresso, su Winenews “C’è una fascia di ingresso della ristorazione molto vivace, perché si sono moltiplicati i luoghi del mangiare: fast food, street food, pizzerie, piadinerie, hamburgerie, gastronomie che dalla prima colazione ai piatti veloci, dall’aperitivo alla cena, offrono di tutto. Ed è una fascia a cui si rivolge anche chi mangia fuori per necessità, e non solo per piacere”.

Queste riflessioni sul cibo non sono nuove, ma si rafforzano sotto l’influenza del tema di Expo 2015, Nutrire il Pianeta.

E diventa oggetto di notizia oggi 16 ottobre, data in cui cade la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Come stiamo messi, allora, a nutrizione?

Abbiamo detto che nel domestico la crisi fa crollare la spesa e fa introdurre più alimenti base a basso costo nel carrello (uova, farina etc). Ma ognuno di noi getta ancora 130 euro nell’umido ogni anno.

Abbiamo detto che la ristorazione vede momenti fra chiari e scuri, in base ai segmenti. E nella produzione com’è la situazione?

Sappiamo che i numeri globali a livello mondiale sono allarmanti: nel rapporto Fao Food Wastage Foodprint si notifica che perdiamo 1,3 miliardi di tonnellate di cibo.

Si spreca il 45% della frutta e verdura, il 39% del pesce e il 20 % della carne. Un vero danno per l’economia, la giustizia sociale e anche l’ecosistema; infatti, il cibo buttato è fra i problemi più pesanti per il pianeta, rappresentando il terzo inquinante a livello mondiale.