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La pizza è femmina

sofia-loren.jpgChi ha inventato la pizza? Un maschietto o una femminuccia?
Potrebbe non essere un grande dilemma, però sapere chi ha avuto l’intuizione di sfornare per primo quello che sarebbe diventato uno dei piatti più famosi e consumati al mondo è una curiosità che in molti si vogliono levare.
Va detto che l’indagine è molto complicata considerando le origini popolari della pietanza, non ci sono prove certe, inappellabili, né tantomeno documenti, ma solo piccole e antiche tracce che potrebbero rilevare la maternità o paternità che dir si voglia.
Chi scrive, anche per ragioni di parte, propende senza mezzi termini dalla parte delle donne.
Si, la pizza è femmina e vi spiego perché.
Anzitutto per una questione “nome”: pizza è un sostantivo femminile. E poi per la sua fisicità. Con la sua rotondità accoglie nel grembo ogni tipo di farcitura per diventare un tutt’uno con la sua base di pasta. Appunto la capacità di accogliere è una condizione molto femminile, come lo è il grembo ripieno e gustoso che si offre in tutta la sua succulenza.
Ma oltre a un fatto estetico la femminilità della pizza la ritroviamo anche in alcuni non secondari aneddoti e leggende, storie nelle quali, a proposito di pizza, le femminucce ci hanno messo sempre la loro zampina fatata.
Tanto per cominciare facciamo un salto indietro di oltre tremila anni e indaghiamo per esempio la scoperta della lievitazione.

Che brave le egiziane!
La scoperta della lievitazione è avvenuta circa tremila anni fa, nelle regioni dell’Asia Minore, molto verosimilmente nell’antico Egitto, al tempo in cui era in auge una delle più grandi civiltà che il nostro pianeta abbia mai conosciuto.
All’epoca dei Faraoni, la panificazione era per lo più mansione al femminile, e furono le donne egizie che notarono (con l’acume che gli appartiene) che i pezzetti di pasta avanzati dal giorno prima, rimpastati con nuova farina, permettevano alla nuova massa di “gonfiarsi” inaspettatamente per poi offrire al prodotto sfornato, leggerezza e profumo. 
Ritenevano fosse una magia, non potendo ovviamente a quei tempi valutare il principio su basi scientifiche, ma fu una magia che consentì alle antiche schiacciate di pane, alle primordiali focacce e successivamente alla pizza,  uno straordinaria evoluzione nel segno della qualità e della mangiabilità.

donna-pizzaiola.jpgChe brave le napoletane!
Nella storia della pizza le gentili mani delle donne hanno avuto sempre una parte rilevante. Se il lievito lo dobbiamo alle egiziane, la pizza nella sua versione moderna (dal ‘600) la dobbiamo alle napoletane. Si, perché a quei tempi pane e focacce, un po’ ovunque in Italia  si facevano in casa e al massimo si portavano a cuocere nei forni pubblici.
E in casa ci stavano le donne, ma furono le napoletane che ammacca di più qui, ammacca di più lì, schiacciarono sempre di più i pani, fino a ridurli alla sottile sfoglia della pizza e poi pensarono di insaporirla con quel poco di cui a quei tempi potevano disporre.
La pizza è nata così, in casa, per mano di donna. Ed erano donne napoletane.
La “Mastunicola” per esempio la pizza più antica in assoluto, farcita con formaggio, sugna e ciccioli di maiale è passata alla storia come invenzione della moglie di un muratore (tale Mastro Nicola). Questa ingegnosa massaia sfornava un’autentica bomba calorica adattissima  al dispendioso lavoro fisico che faceva il consorte.

Rosa e Margherita
Ma le donne che sono passate decisamente alla storia sono Rosa Brandi e Margherita di Savoia. L’episodio arcinoto risale al 1898 (giugno) sempre a Napoli e vede Rosa Brandi con il marito, il pizzaiolo Raffaele Esposito ammessi straordinariamente a corte per approntare alcune pizze per la Regina d’Italia. Ebbene, fra le diverse pizze sfornate ce ne fu una con mozzarella e pomodoro che Rosetta Brandi decise lì per lì di farcire ulteriormente infiocchettandola con delle foglie di basilico.
Fu un’intuizione tutta femminile, venne fuori un tavolozza di colori perfetta: bianco, rosso e verde. Fu così, con un gesto di donna, di quelli un po’ vanesi ma non superflui che è nata la pizza più famosa al mondo.

Che brava Sofia!
Parlando di Pizza e di donne c’è poi un altro nome che resta scolpito nella storia di questo piatto popolare. Un nome da Oscar: Sofia Loren, indimenticabile nei panni della pizzaiola nel famoso film L’Oro di Napoli di Vittorio De Sica.
Brava e bella Sofia non ha mai rinnegato il suo amore per Napoli e per la pizza, anzi ha più volte e ripetutamente detto con orgoglio tutto partenopeo: “Se non fossi diventata attrice avrei fatto la pizzaiola!”
Una passione genuina che ha contagiato migliaia e migliaia di donne in Italia, alcune sono diventate bravissime pizzaiole in alcuni casi famose più dei loro colleghi maschi. Un successo figlio della loro determinazione, del loro buon gusto, del garbo e della grazia tutta femminile di fare le cose per bene.
Una dimostrazione in più, se ce ne fosse davvero bisogno, che la pizza è davvero femmina.


22/11/2011

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