E` il 1098 quando in Borgogna, nell’abbazia di Cîteaux si vede l’origine dei Cistercensi.
Questo ordine monastico si stacca dalla congregazione cluniacense portando al suo interno maggiore austerità e il desiderio di ritornare al lavoro manuale.
È da qui che i Trappisti trarranno, quasi seicento anni più tardi, l’ispirazione per la fondazione di un nuovo Ordine.
Con l’Abate De Rancé si apre quindi il capitolo dei Cistercensi della Stretta Osservanza, con una regola talmente restrittiva che tra le tante proibizioni vietava persino il consumo di alcol durante la refezione.
Ironia della sorte, proprio le bevande alcoliche ed i liquori hanno oggi un ruolo fondamentale nell’economia monastica di diversi ordini, soprattutto per quello dei frati Trappisti con la birra.

Ora et Labora
La vita monastica dei frati Trappisti è scandita dall’osservanza della regola di San Benedetto. La preghiera si fonde con lo studio ed il lavoro per vincere le debolezze umane ed avvicinarsi alla contemplazione di Dio.

I prodotti Trappisti
Le comunità monastiche di Trappisti e Trappistine (così vengono chiamate quest’ultime le suore) sono delle vere e proprie aziende a “conduzione familiare” e le attività connesse alla vita religiosa sono molteplici.
Tutti conosciamo la produzione della birra come l’attività più diffusa, subito dopo la caseificazione occupa un ruolo di rilievo: Orval, Westmalle, Chimay, Mont de Cats, La Trappe e Cardeña producono un ottimo formaggio Trappista, in alcune versioni addirittura affinato alla birra. Anche Rochefort, pur non direttamente, ha un suo formaggio alla Trappist 8° prodotto dalla rinomata Fromagerie Mathot.
Altre attività di rilievo, sempre nel comparto alimentare, sono la produzione di cioccolato, miele, biscotti, prodotti da forno (incluso il pane), marmellate, conserve e addirittura funghi coltivati.
Per quanto riguarda gli alcolici, oltre alla birra, abbiamo il vino delle abbazie di Lilbosch in Olanda e Cardeña in Spagna che produce anche liquori così come Engelszell in Austria e la “nostra” Tre Fontane a Roma.
Chiudono il capitolo “prodotti trappisti” i prodotti per l’igiene e la pulizia dell’Abbazia di Nostra Signora di Nazareth a Brecht, oggetti liturgici, CD musicali, candele e ceramiche.

Gli stili di birra
La definizione di “Birra Trappista” è un termine generico che ne indica la propria origine ecclesiastica.
In questa tipologia esistono quindi diversi stili che  definiscono le caratteristiche della birra prodotta nelle abbazie in base alla loro forza, a chi erano destinate e alla quantità di cereali utilizzata per produrle.

6, 8, 10, 12
Questi numeri, posti sull’etichetta della birra rappresentano il grado della scala di Baumé (dal chimico francese Antoine Baumé) che misura la densità di una soluzione acquosa.
Più era alto il grado più il mosto era zuccherino, va da sé che si ottenesse una birra più alcolica e corposa.

Curiosità

I numeri sono sempre pari, non esiste una trappista “9” o “7” per esempio. Questo perché il dispari è sinistro e non viene accettato dalla Chiesa Cattolica (fatta eccezione per la SS Trinità).

Pater, Prior, Abt, Meilleure

 Questa indicazione era una sorta di destinazione d’uso. Le birre, dalla più comune alla più pregiata erano consumate dai padri, dai priori e dagli abati. La birra migliore invece, considerata una “riserva speciale” veniva offerta alle cariche religiose più importanti in visita al convento.

Enkel, Dubbel, Tripel, Quadrupel
Nelle abbazie le botti che contenevano la birra erano generalmente siglate con un numero di “X” variabili da una a quattro e ne definivano anche qui forza e grado alcolico.
In base alla quantità di cereali utilizzata venivano prodotte birre chiamate: singola (quella della tavola dei monaci), doppia, tripla e quadrupla.
La Tripel è uno stile molto apprezzato dai cultori della birra per cui l’Abbazia di Westmalle ne ha definito le caratteristiche già nel 1934 quando per la prima volta appare questo termine sull’etichetta.

Le trappiste in bicicletta
Il Belgio, come moltissimi altri Paesi della Mittel e Nord Europa ha una fortissima vocazione ciclistica, basti pensare a quanto interesse ruoti attorno al famoso Giro delle Fiandre o alla Liegi-Baston-Liegi parlando di sport, ma soprattutto quanto la cultura, le abitudini e la geografia di questi luoghi porti all’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto veloce, economico e soprattutto ecologico.
Non poteva mancare di certo un percorso ciclabile che in un giro ad anello di 460 km passa per le tre abbazie Belga della Vallonia: Orval, Rochefort e Chimay.
Questo “Tournée des Bières d’ Abbaye” è chiamato “La cyclotrappiste” ma non è il solo, per chi ama il lento scorrere del tempo a piedi il “Sentier GR des Abbayes Trappistes de Wallonie”.

Curiosità
Il termine Trappe significa letteralmente “botola, portello, tombino”, che nel nostro caso assume un significato di riparo, un
luogo di rifugio protetto per sfuggire alle persecuzioni e condurre la vita ecclesiastica. 

I Trappisti in Italia
Quando si parla di birre Trappiste si potrebbe pensare a qualcosa di esotico, lontano dalla nostra realtà ed invece anche l’Italia annovera la sua birra Trappista tra le tante prodotte dalle componenti della International Trappist Association.
Dal 2015 l’Abbazia delle Tre Fontane a Roma produce birre con tanto di logo esagonale “Authentic Trappist Product” ed ha persino stabilito un primato per aver prodotto birre speciali in collaborazione con altre abbazie Trappiste chiamate appunto “Sinergia”.

Stefano Baladda| UNIBIRRA Varese

Articolo tratto da Pizza&core collection n 119

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