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Un’onda “femminile” di passione e professionalità
Quasi il 30% delle imprese Horeca ha una donna al vertice
"Il successo è spesso misurato da quanto una donna riesce a bilanciare il lavoro e la vita personale. Ma il vero successo è quando una donna può essere se stessa in entrambi i mondi.” Lo scrive nel suo libro (Lean In: Women, Work, and the Will to Lead) la manager Sheryl Sandberg, figura di spicco nel mondo della tecnologia e del business, conosciuta negli USA per il suo impegno a favore della parità di genere e la autoimprenditorialità femminile.
Proprio dal suo messaggio così pregno di significato partiamo, per raccontare l’Italia del fuori casa, dove sempre più frequentemente le donne sono a capo di un’azienda.
I numeri parlano: nel recente report del Centro Studi di FIPE-Confcommercio, sui dati di Infocamere leggiamo che sono 95.870 le imprese condotte da donne, cioè il 28.9% sul totale delle imprese attive: in testa ci sono attività quali bar e caffè (33.1%), seguite dalle attività di fornitura di pasti preparati (27.1%) e da ristoranti e attività di ristorazione mobile (26.2%). Approfondendo regione per regione, si osserva che la crescita di imprese condotte da donne è più marcata in Valle d’Aosta, nel Friuli Venezia Giulia e in Umbria (33.4%).
“La fotografia scattata (…) mostra come l’imprenditoria femminile costituisca un perno cruciale per il settore e il suo sviluppo - dice in un nota stampa Valentina Picca Bianchi, Presidente del Gruppo Donne Imprenditrici di Fipe-Confcommercio. - Tuttavia, si può e si deve fare di più: in un comparto che impiega più donne che uomini, la presenza femminile nei ruoli di gestione e di responsabilità è ancora troppo limitata. È necessario lavorare per diffondere una vera cultura di genere al fine di favorire l’intraprendenza imprenditoriale femminile, obiettivo su cui il Gruppo Donne Imprenditrici è ogni giorno in prima linea”.
Guardiamo adesso il V° rapporto di Unioncamere sull’imprenditoria femminile e leggiamo che “ristorazione e turismo” sono il quinto settore nel Paese ad essere guidato da donne, siano esse le titolari di ditte individuali oppure la maggioranza in società di persone. Ai primi posti troviamo i servizi alla persona, istruzione e tessile-abbigliamento. Dunque, il fuoricasa oggi è un mondo in cui figlie, madri, sorelle, mogli riescono non solo a lavorare, ma a capitanare il destino delle attività, le scelte economiche e finanziarie, le strategie di sviluppo.
La significativa trasformazione, da inoccupata a lavoratrice dipendente fino all’essere titolare, è segno dei tempi, ed è probabilmente anche il frutto della formazione professionale; infatti se guardiamo i dati del Ministero dell’Istruzione, vedremo che negli istituti alberghieri la componente femminile rappresenta il 54,3% degli iscritti nell’anno scolastico 2023/2024, ma nel 2004 c’era già un’importante presenza, ben il 41%. Se alla base c’è la formazione che ha orientato e orienta le giovani a investire le proprie forze ed energie nel settore ricettivo, ristorativo e del canale bar, strategico è il passaggio dell’accesso al credito, un punto critico senza il quale difficilmente si fa impresa.
Insieme ai diversi bandi e stanziamenti a livello territoriale, gli interventi strutturali nazionali mirano da trent’anni ad agevolare le donne imprenditrici, con uno sguardo particolare alle giovanissime e alle disoccupate.
Attualmente possiamo ricordare due interventi, il Fondo Impresa Donna istituito dal Governo presso il Ministero dello Sviluppo Economico e il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese – Sezione Pari Opportunità.
Accanto alle titolari va ricordato anche il mondo delle lavoratrici dipendenti, il 51,4% degli occupati nel settore dei pubblici esercizi secondo l’ISTAT. Il numero è cresciuto dell’8% in venti anni. Il confronto con il passato, in sintesi, evidenzia progressi significativi, ma anche margini di miglioramento, come sottolinea il rapporto annuale di Confcommercio, che ribadisce quanto il settore HORECA possa essere un volano per l’occupazione femminile qualificata, a patto che si continuino a sostenere politiche di welfare e conciliazione vita-lavoro.
A conclusione di tanti numeri, vogliamo parlare di persone e omaggiare tutte le titolari di pizzerie. Come? Ricordando alcune di loro, imprenditrici sulla cresta dell’onda: Maria Cacialli titolare della pizzeria “La Figlia del Presidente” a Napoli, Teresa Iorio titolare e pizzaiola della pizzeria “Femmena e Fritta” a Napoli, Rosa Casulli, titolare della pizzeria “McRose” a Putignano in provincia di Bari, Giulia Vicini e Giulia Zanni, titolari del “Giuly Pizza” a Castelli Calepio di Bergamo.
Sono solo pochi nomi, ma li abbiamo scritti in rappresentanza di un crescente gruppo di imprenditrici e di pizzaiole che lavorano in questo settore con grande orgoglio e bravura. Un’onda rosa di circa 9mila donne, un’onda di passione e professionalità.
Articolo tratto da Pizza&core Collection N 122
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