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Salvatore Lionello: "se ce l’ho fatta io, possono farcela tutti"

Possiamo sintetizzare con questa frase l’intervista a Salvatore Lionello, pizzaiolo famoso per le tante recensioni, i premi e per il libro che racconta la sua storia. La storia di un giovane che, pur non amando inizialmente il mondo pizza, è riuscito a diventare nome notissimo nell’arte bianca, attraversando molte difficoltà. Ma andiamo per gradi.
news-3.jpgClasse 1987, Salvatore è cresciuto nella pizzeria di suo padre. Non era intenzionato, però, a proseguire l’attività di famiglia, come racconta anche nel suo libro. Tuttavia, si fece convincere dal padre ad avviare una nuova insegna, investendo circa 30mila euro. Ma qualcosa andò storto: «Ero inesperto nonostante fossi figlio di pizzaiolo, andò malissimo è feci fallimento».
Salvatore, come è facile immaginare, da questa disavventura ne uscì malissimo. Lavorò nell’edilizia fino a quando, però, la sorte avversa volle ancora metterlo alla prova, una prova ancora più difficile, la malattia e poi la morte del padre.
«Nel 2012 mio padre si ammala – ci spiega – dopo due anni muore. Ricoverato in ospedale aveva lasciato la sua pizzeria senza un pizzaiolo per mandarla avanti. Dovetti per forza di cose vedermela io, insieme a mio fratello. Ogni giorno gli raccontavo come andava, lui mi spiegava tante cose e mi dava suggerimenti e questo ci ha avvicinato news-4.jpgtantissimo. All’inizio per me è stato complicatissimo. Avevo già fallito una volta, non potevo permettermi di mandare in malore il lavoro di mio padre, trent’anni di attività. Ma mi impegnai per onorarlo e tanto mi impegnai che divenni bravo. Papà nel 2014 si spense, ma ha lasciato a me e mio fratello una grande eredità professionale e umana. Quell’anno vinsi il Mondiale con la pizza My dad, dedicata a mio padre, farcita con salsiccia, provola affumicata e parmigiana».
Il 2014 fu l’anno di un grande lutto, da un lato, e una grande vittoria dall’altro, vittoria che segnò l’inizio della carriera luminosa e ricca di successi di Salvatore.

Gli chiediamo anche come nasce lo slogan “il pizzaiolo col cappello”.
«Io amo pescare e un giorno il food blogger Luigi Gallo mi aspettò in pizzeria. Io feci l’intervista senza cambiarmi gli abiti, per non farlo aspettare. Questo cappello da pesca lo colpì così tanto che il giorno dopo mi inviò un logo come regalo, ne fui colpito, lo usai e cambiai l’insegna della pizzeria in Pizzeria da Lionello, usando l’immagine del cappello che mi regalò».
news-2.jpgLe ultimissime novità di Salvatore (che fra parentesi non dimentica mai il supporto del fratello Michele) sono dieci puntate su Rai1 e l’apparizione in un film su Amazon prime; naturalmente ricordiamo l’apertura della nuova pizzeria a Milano lo scorso autunno, il suo seguito formidabile su Tik Tok e i corsi per Accademia Pizza Doc “La Diversamente Napoletana”.
Salvatore è oggi un pizzaiolo quotato, ma anche una star del piccolo schermo e dei social, un pizzaiolo campano che fa raccontare molto di sé e che soprattutto “morde la vita ogni giorno” senza mai fermarsi.

 

Articolo tratto da Pizza&core collection n 120

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17/06/2024

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