E già, un premio senza pizza non va per nulla bene. Ci riferiamo all’ormai famoso Decreto Legge Massari che ha istituito il premio “Maestro dell’arte  della cucina italiana”, che verrà consegnato ogni anno in queste categorie: gelateria, pasticceria, cucina, vitivinicoltura, olivicoltura e arte casearia.
Manca la pietanza più consumata in Italia, una nostra bandiera culinaria famosa e imitatissima in tutto il mondo: la pizza.
La polemica fra gli addetti ai lavori monta e ha tutto l’appoggio della nostra redazione. Escludere la pizza è pura miopia cultural-gastronomica.
Poco rispetto per la categoria dei pizzaioli - dove ci sono dei maestri assoluti - e zero conoscenza della ristorazione italiana. Eppure il Decreto Legge “monco” parla chiaro: “per ognuna delle categoria sopracitate una giuria di esperti guidata da Iginio Massari  (chapeau al maestro) selezionerà il vincitore tra i candidati che devono aver concluso un percorso formativo pluriennale e maturato almeno quindici anni di comprovata e riconosciuta esperienza nel settore di riferimento. Ai vincitori verrà consegnata una medaglia di bronzo con l’emblema della Repubblica Italiana, declinata in base alla categoria di appartenenza del maestro che in maniera encomiabile si sia distinto nel campo della gastronomia e, con la sua opera, abbia esaltato il prestigio della cucina italiana, illustrando la Patria e contribuendo a valorizzare l’eccellenza nazionale”.
Tutte parole abbastanza tronfie che trasudano politichese e denotato una superficialità che lascia tanto amaro in bocca ai pizzaioli italiani che sanno benissimo che la pizza è una cosa seria e merita quanto meno… rispetto.

Giuseppe Rotolo

Articolo tratto da Pizza&core collection n 120

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