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Intelligenza Artificiale al servizio della ristorazione
7 ristoranti su 10 nel 2024 in Italia impiegheranno o potenzieranno l’utilizzo di intelligenza artificiale, tra chatbot, strumenti generativi di servivi evoluti, applicazioni predittive.
La rivoluzione è già in atto, una rivoluzione che cambierà radicalmente il mondo dell’Horeca, l’IA ottimizza i processi, supporta e velocizza le decisioni dei manager della ristorazione, garantisce servizi praticamente perfetti. Per saperne di più abbiamo intervistato Marco Ilardi imprenditore digitale, consulente SEO.
Quali sono alcune delle principali applicazioni dell’IA nel settore della ristorazione e del food & beverage?
«Negli ultimi mesi l’Intelligenza Artificiale sta cambiando i processi aziendali in molti settori merceologici. Con l’introduzione di GPT store, ad esempio, chat GPT ha dato la possibilità agli sviluppatori di creare dei veri e propri software, dei tool addestrati a svolgere determinati compiti e questo vale ovviamente anche nel settore della ristorazione.
Per esempio, possiamo usare l’IA per capire cosa preferiscono mangiare i nostri clienti sulla base di quello che hanno ordinato le volte precedenti e suggerire loro piatti che potrebbero piacergli. Possiamo chiedere all’IA di creare menù appositi adatti a clienti con determinate allergie ed intolleranze alimentari.
Anche in cucina, l’IA ci aiuta a gestire il food cost e a tenere traccia delle scorte e a ordinare gli ingredienti giusti al momento giusto, evitando sprechi, mi viene in mente un GPT che ad esempio si preoccupi del calcolo del food cost.
E non finisce qui: pensa ai robot tra l’altro già sul mercato, che consegnano i piatti a tavola suggerendo i piatti del giorno o fornendo informazioni sui servizi del locale ai clienti. Altra cosa che mi viene in mente sono i chatbot sul sito del ristorante che possono gestire in automatico la disponibilità, interagire col cliente prendendo prenotazioni, suggerendo gli orari migliori o indicando ad esempio dove parcheggiare in zona.
Un’altra cosa interessante che sto studiando col mio cliente Don Alfonso 1890 nella nostra app per ordini al fornitore, un suggerimento sui prezzi medi di mercato dei singoli ingredienti in base alla zona di appartenenza. Per queste interrogazioni però Chat GPT non è adatto, sto aspettando che Google rilasci le API di Gemini, un altro motore di ricerca che promette tantissimo, essendo integrato a tutto l’ecosistema digitale di Google».
In che modo l’IA può contribuire a migliorare l’esperienza dei clienti nei ristoranti o nei servizi di food & beverage?
«Con l’IA, possiamo offrire un servizio su misura: dall’accoglierli con il loro nome quando prenotano online, a suggerire il loro piatto preferito o un nuovo piatto che potrebbero amare. E se hanno domande, un assistente virtuale può rispondere in tempo reale, anche al tavolo, rendendo l’esperienza nel nostro ristorante ancora più piacevole».
Quali possono essere le difficoltà nell’adozione dell’IA nel settore della ristorazione e del food&beverage, che problemi vedi da parte degli operatori nell’affrontare questa sfida nel cogliere le opportunità che si sono?
«Parlando chiaro, adottare l’IA nel nostro settore non è sempre facile. Bisogna investire un po’ all’inizio, sia in termini di soldi che di tempo per formare il personale. E poi c’è sempre il rischio che la tecnologia non sia perfetta e possa, a volte, creare confusione o ritardi. Molti pensano di poter usare facilmente strumenti come chat GPT, ma senza i giusti prompt le risposte sono quasi sempre inefficaci. C’è una scienza apposita che si chiama Prompt Engineering che studia queste cose. Ovviamente con la giusta preparazione e un po’ di pazienza, i benefici possono davvero superare queste sfide».
C’è il rischio che troppa tecnologia, troppi robot senza cuore, possa “svuotare” quei valori come rapporto umano, relazione, convivialità che sono i principi sui quali si basa il mondo dei consumi fuoricasa?
«Guardando al futuro, penso che l’IA trasformerà ancora di più il nostro modo di lavorare, rendendo tutto più efficiente e personalizzato. Ma è importante ricordare che, al centro di tutto, ci sono sempre le persone e le relazioni che costruiamo con i nostri clienti. L’IA può aiutarci a fare meglio il nostro lavoro, ma non sostituirà mai il calore e l’accoglienza, che solo noi possiamo offrire. Non dimentichiamolo mai».
Articolo tratto da Pizza&core collection n 119
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