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Ristorante stile e tendenza
Cibo e Moda si amano. Un amore quasi paradossale, tra due mondi distanti, il primo legato al gusto, all’abbondanza, il secondo invece quasi ossessionato dalla forma e dalla linea. Eppure incontrandosi hanno dato vita a collaborazioni straordinarie, che hanno portato vantaggi in entrambi gli ambienti.
Citando alcuni incontri, è sicuramente importantissimo quello tra Bulgari e lo chef Tre Stelle Michelin Niko Romito, che ha recentemente debuttato anche a Milano. La Maison aveva già ricercato importanti collaborazioni con Chef di lusso, per accrescere l’importanza del brand in un settore, quello del food, sempre in continua crescita ed evoluzione.
Famosa la collaborazione tra Gucci e Massimo Bottura dell’Osteria Francescana, il massimo esponente della cucina mondiale (già miglior chef del mondo per The World’s 50 Best Restaurants). Nasce così la Gucci Osteria, posizionato al piano terra del Gucci Garden a Firenze, a pochi passi da Piazza della Signoria. Un incontro tra passato e presente, tra tradizione e sperimentazione, un luogo in cui lo chef tristellato può dare sfogo alla sua creatività.
Per la Gucci Osteria, Bottura propone infatti un menù originale ispirato al mondo e ai suoi viaggi, ma basato sulla gastronomia italiana: non è infatti casuale che, come Resident Chef, Massimo Bottura abbia scelto la messicana Karime Lopez Kondo, giovane cuoca eclettica e dai trascorsi stellari tra Spagna e Centro America. Il menù, oltremodo accessibile, oscilla tra piatti iconici della storia botturiana e variazioni inattese dei classici della cucina italiana contaminate in maniera creativa da elementi fusion. Da non perdere il botturiano Tortellino con crema di parmigiano, i Taka-Bun cotti al vapore con pancia di maiale (ispirati al marito di Karime e sous-chef di Bottura), e la Tostada di Palamita, piatto 100% Karime in cui tecniche e profumi tipici del Centro America sposano con successo il pescato del Mar Tirreno.
Anche Re Giorgio Armani ha deciso di puntare sul food, e lo ha fatto aprendo ristoranti in giro per il mondo: Dubai, Tokyo, New York e Milano.
Qui, posizionato al settimo piano dell’Armani hotel Milano, sorge l’omonimo ristorante, premiato con la Stella Michelin nel 2015 e degno portavoce del celeberrimo “stile Armani“.
La cura ai dettagli è naturale e inequivocabile, percepibile in ogni scorcio del locale: dai giochi di luce che filtrano attraverso cristalli e feritoie di design, alle geometrie essenziali dell’elegante pavimento a scacchiera, all’essenziale pulizia di tavoli che – come nel caso delle famose giacche destrutturate dello stilista italo-armeno – ci ricordano come lo stile sia spesso il risultato di linearità e buon gusto.
Un buon gusto che si esprime ovviamente anche nei piatti, per mano di Francesco Mascheroni, giovane chef capace di “confezionare” (per dirla in termini sartoriali o stilistici), una cucina leggera, divertente, colorata, e a tratti sperimentale.
Da non perdere il gambero rosso di Mazara, servito con purea di carote e zenzero, gelatina al passion fruit e burro chiarificato tiepido, così come il Risotto con crema di lattuga, yuzu, pomodoro verde e crumble di liquirizia, o la stupefacente Lasagnetta. Menzione con lode per la sezione dessert, leggeri, eleganti e aggraziati.
Una cucina elegante accompagnata da un servizio di sala giovane e attento coordinato con consapevole energia dal bravissimo Dennis Cereda. Esperienza completa dunque, resa ancora più magica se anticipata da un suggestivo aperitivo al tramonto nell’adiacente Arman Bamboo.
Sempre a Milano sorge il Trussardi alla Scala, con la direzione dello Chef Roberto Conti.
I piatti di Conti sono eleganti ed equilibrati e spiccano in talune circostanze per gusto e piacere. Da non perdere, gli iconici spaghetti cacio, pepe e ricci di mare, il Cubo di Vitello, o la lussuriosa Costoletta alla milanese. Piatti in cui il gusto è protagonista assoluto.
Lo stesso “Gusto” che sarebbe impossibile non ritrovare in un ambiente che porta il nome di una delle più importanti ed eleganti Maison di Moda del nostro Paese (e non solo) e che si sintetizza in arredi puliti, ariose vetrate e mise-en-place leggere ed essenziali e che può contare sull’ospitalità di una Sala diretta magistralmente dal bravo Carlo Tinelli.
Insomma il binomio tra cucina e moda risulta essere vincente, regalando successi agli attori coinvolti, e deliziando palato e occhi dei clienti, che in questo modo riescono a fidelizzare con le Maison, vivendo un’esperienza unica e indimenticabile.
Articolo tratto da Pizza&core collection n 118
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