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In Vallonia è anche il nome di una birra, la “Saison”, che rappresenta la stagione per eccellenza: l’estate
In tutti i Paesi birrari, produttori e consumatori di birra si svegliano dal letargo invernale per riempire di malto e luppolo i propri boccali con birre dedicate alle giornate di sole, fresche, più leggere, acidule, amare e dissetanti.
L’estate è dai più riconosciuta come la stagione legata alla birra ed i consumi nei mesi caldi dell’anno lo provano ampiamente. Forse non proprio nel comparto delle specialità o delle birre da meditazione, ma per tutte quelle birre che hanno la freschezza e la facilità di beva come loro punto a favore.
Una delle caratteristiche fondamentali che rendono una bevanda dissetante è l’acidità, che per la birra, oltre ad altri fattori è data dall’utilizzo del frumento come materia prima.
Il frumento, seppur considerato un succedaneo rispetto al malto d’orzo, è un cereale caratterizzante per la birra tanto che spesso si sente parlare di questo come determinante per molte tipologie.
Bière Blanche e Saison in Belgio, Weissbier in Germania e Wheatbeer in Inghilterra sono esempi classici di birre che fanno capolino al primo sole, pronte a dissetare gli avventori di pub e brasserie o dei tipici biergarten tedeschi.
Nella rinnovata generazione brassicola troviamo esempi nuovi o rivisitati di vecchie ricette o tipologie. Oggi le cosiddette “sour beer” vanno per la maggiore tra gli appassionati della bevanda di Gambrinus tanto che i birrai un po’ in giro per tutto il mondo producono birre sulla base di Gose, Berlinerweisse, Oud Bruin, Flemish Ale o in generale di birre “brettate”.
Al frumento si affiancano altri cereali della stessa famiglia come il farro o la spelta in particolari stili che prendono i nomi di “Dinkel” in Germania o “Epeautre” in Belgio e l’utilizzo delle spezie amplifica il concetto di freschezza della birra quando si utilizzano ingredienti come il Coriandolo ed il Curaçao o addirittura il Sambuco come in alcune saison, per esempio quella prodotta dalla Brasserie de Cazeau vicino a Tournay.
Un altro ingrediente che caratterizza l’estate della birra e che è stato preso quasi come uno stile di vita da molti birrai e fruitori del nostro amato “pane liquido” è certamente il luppolo, e soprattutto negli ultimi anni, quello non solo amaro ma fortemente aromatico, ieri erano i “luppoli americani” oggi Neozelandesi, Giapponesi e chi più ne ha più ne metta.
Quello che era stato scoperto come l’ingrediente che compensava la dolcezza del mosto e fungeva da conservante oltre che da lieve sedativo per mali minori, oggi si arricchisce di scopi diversi, più eleganti e talvolta vezzosi, propri del nostro tempo.
Le tipologie che si sviluppano intorno a questo concetto sono sostanzialmente di tradizione anglosassone, ma con le sfaccettature di ogni parte del mondo. Pale Ale, India Pale Ale, Session Ipa e più recentemente Farmhouse, Juicy, New England, Cloudy.
Birre fresche, dissetanti con il loro amaro tagliente e nello stesso tempo fruttate, citriche ed agrumate non di rado tropicali.
Non dimentichiamoci però che il luppolo è anche erbaceo, vegetale, nudo e crudo come in tante Pils del Nord della Germania o in molte bitter in stile “craft” belga come quelle prodotte da birrifici del calibro di De Ranke o De La Senne.
Insomma, che siano acide o amare l’importante è che, nella loro complessità, si rendano facili, comprensibili, fruibili, adatte ai palati più esperti ma anche ai neofiti che si vogliono avvicinare al mondo della birra.
Di fatti l’estate è anche il momento di bere birra per i meno esperti, di chi beve perché ha sete (perché dargli torto), di chi cerca la bassa fermentazione facile dai sapori di cereale ma dal luppolo contenuto. Le Lager dei grandi marchi industriali la fanno da padrone e sono le più consumate sempre e comunque, ma non scordiamoci che la Baviera così come altre regioni birrarie producono Helles, Export, Spezialbier, Lager di calibro più alto, ma che possono bere tutti riscontrando grande successo.
Anche in Franconia ad esempio le “Privatbrauerei” o le “Familienbrauerei” sono le più comuni fabbriche di birra e producono birre di grandissima qualità per chiunque. Una Lager qui è un’altra cosa e chi vuole provare veramente qualcosa di tradizionale può provare anche le Rauchbier, le birre affumicate tipiche della cittadina di Bamberga.
Insomma, i mesi caldi sono quelli del divertimento, della gioia, delle vacanze, che fanno impennare i consumi in maniera impressionante rispetto agli altri mesi dell’anno. Scegliamo con spensieratezza ma sempre le birre più buone.
A cura di Stefano Baladda - UNIBIRRA VARESE
Articolo tratto da Pizza&core collection n 116
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