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Carezze di gusto
Nell’era pandemica nella quale viviamo caratterizzata da un senso di smarrimento, di paura, precarietà e solitudine, la “fame di carezze” si è avvertita in tutta la sua forza e il cibo ha rappresentato una consolazione e una forma di sicurezza.
Quando si parla di cibo e di ristorazione c’è fame e fame. Perché noi esseri umani nell’approcciarci e desiderare il cibo abbiamo bisogno di soddisfare sia i bisogni che il corpo impone, sia quelli che pretende l’altra nostra fondamentale dimensione: la psiche. Ma che centra il cibo con la psiche?
Ebbene secondo la psicologia ed in particolare l’analisi transazionale, per gli esseri umani la fame di essere toccati e riconosciuti viene appagata con le carezze. Un gesto questo che, come afferma lo psicologo Eric Berne, nella sua dolcezza comunica e soddisfa il bisogno di “riconoscimento” uno dei bisogni più potenti che si alloca nella nostra psiche. Ogni qualsiasi azione da parte di un individuo verso un altro: contatto fisico, sguardo, parola o gesto che implichi il riconoscimento della presenza dell’altro possiamo tradurlo in quattro significative e brevissime parole: “so che ci sei”. Una comunicazione gestuale, primordiale irrinunciabile per un essere umano. Ma veniamo al cibo e alle carezze di gusto.
Le carezze possono essere reali o simboliche e riguardare più sfere della vita. Dicevamo che le carezze “comunicano” e una delle prime forme di comunicazione è il cibo.
Hai mangiato? Chiede la madre con una certa insistenza al figlio. Mangia, mi raccomando, insiste. Il nutrimento è la prima forma d’amore, la prima carezza, il primo naturale riconoscimento che la mamma trasferisce ai propri figli attraverso l’allattamento. Ed è quindi del tutto naturale che nell’era pandemica nella quale viviamo, caratterizzata da un senso di smarrimento, di paura, precarietà e solitudine la “fame di carezze” si è avvertita in tutta la sua forza e il cibo ha rappresentato una consolazione primaria e irrinunciabile forma di sicurezza.
Ricordiamo tutti cosa è avvenuto nei primi mesi della pandemia: ci si è fatti prendere dall’ansia cedendo ad una forma di spesa compulsiva e consolatoria mettendo nel carrello della spesa tutto e forse troppo. Si aveva il timore di non poter più ricevere le carezze che il cibo assicura.
“Siamo ciò che mangiamo”, diceva il filosofo Feuenberch, secondo il quale i cibi divengono sangue, il sangue cuore e cervello, pensiero e stati d’animo. Se impariamo a nutrire il corpo in modo rispettoso con i giusti equilibri avremo una migliore reattività del sistema immunitario e potremo contrastare diverse patologie. Ogni scelta alimentare ha delle conseguenze negative o positive sulla salute dell’organismo. Facendo scelte consapevoli preferendo ingredienti sani ed equilibrati avremo rifornito al cervello energia e nutrienti utili a proteggerlo.
Ma l’ingrediente principale per approntare piatti buoni è il sentimento. Infatti l’amore e il rispetto per le persone per le quali si cucina è la base su cui si costruisce il connubio “buono e sano”. Bisogna volere bene alle persone per le quali si cucina.
Quando amiamo qualcuno ci dedichiamo a lui anche attraverso il cibo, cerchiamo i prodotti con cura, ci informiamo della provenienza, scegliamo quelli a più basso impatto ecologico. Esattamente come si comportano le mamme con i loro piccoli che riescono a creare piatti creativi e gustosi senza rinunciare alla salubrità. È uno sforzo fatto per amore di vedere i propri cari o le persone a cui teniamo mangiare con piacere con gusto e felicità. È la maniera più gustosa di dare carezze e gratificazioni a chi di noi si fida e per questo non andrebbe mai tradito.
Per concludere una domanda: quante carezze fate ai vostri clienti cari amici pizzaioli? Il successo del vostro locale passa anche e soprattutto per come saprete riconoscere, gratificare e soddisfare i vostri clienti, non solo per la qualità del vostro cibo, ma per il sentimento che ci metterete dentro, una carezza di gusto in quest’era pandemica vale più di ogni altra cosa.
Lucrezia RENNA
Articolo tratto da Pizza&core Colletion n 111
Lucrezia Renna
04/04/2022
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