A condurre lo studio, pubblicato su Antioxidant, è stato il Dipartimento di Farmacia dell’ateneo, nei laboratori di Chimica degli Alimenti del professore Alberto Ritieni. «Volevamo verificare – spiega il professor Ritieni – se i piatti della tradizione, che tutti amano per il loro sapore, fossero anche i migliori dal punto di vista nutrizionale. Per cominciare siamo partiti dalla più semplice delle pizze, la marinara, e ne abbiamo provato l’alto valore nutraceutico».
Il team del professor Ritieni ha analizzato le proprietà nutrizionali di circa 40 pizze marinare che si differenziavano per gli ingredienti principali, cioè l’olio e il pomodoro. Una parte di queste pizze, tutte fatte con lo stesso impasto dallo stesso pizzaiolo, è stata condita con olio di soia o di semi di girasole o di oliva e pomodorini datterino, altre con olio extravergine d’oliva e pomodoro pelato schiacciato, cioè gli ingredienti principali della «Pizza Napoletana marinara» inserita nel registro delle Specialità Tradizionali Garantite (STG), gli stessi del disciplinare del marchio «Verace Pizza Napoletana» . Il risultato? La «Pizza Napoletana marinara» ha mostrato anzitutto una concentrazione molto più elevata di polifenoli e licopene, sostanze antiossidanti che combattono lo stress ossidativo e hanno capacità antinfiammatorie, capaci quindi di proteggere da malattie croniche come il cancro e da patologie cardiovascolari. Inoltre nella Pizza Napoletana Marinara queste sostanze hanno una biodisponibilità più elevata: sono cioè immediatamente disponibili e in grandi quantità per l’organismo. In definitiva, sono più utili per il nostro benessere.
«Questa – spiega il professor Ritieni – è la conferma che la pizza tradizionale è ancora più performante: extravergine e pomodoro pelato, che già di per sé sono alimenti molto preziosi, insieme formano la coppia perfetta perché hanno un quantitativo di antiossidanti nettamente superiore, che viene facilmente assorbito dall’organismo».