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HOMI e Host: le idee della “nuova normalità”
In questi mesi abbiamo assistito a un cambio di paradigma degli spazi del vivere che ha lentamente rieducato tutti alla fruizione degli ambienti, perfino tra le mura domestiche. Usciti finalmente di casa, ci troviamo ora in una situazione complessa, un mix non ancora perfettamente rodato di regole, nuove abitudini, attenzioni personali ed esigenze pubbliche. Al centro di tutto questo ci sono gli ambienti a cui abbiamo maggiormente accesso, come, ovviamente, la nostra stessa abitazione, ma anche luoghi come bar, ristoranti, alberghi e altri spazi chiusi la cui frequentazione ha un ruolo importante nel nostro benessere quotidiano.
Quando i servizi offerti non sono completamente fruibili a distanza, lo spazio fisico resta fondamentale. In questo contesto, diventano così ancora importanti designer e architetti. Coloro che sono per lo più considerati ideatori del “bello”, ambasciatori dello “stile” e autori di forme originali, destinate in molti casi a diventare iconiche espressioni della storia del costume o dell’arte, oggi sono impegnati a coniugare distanze e azioni anti-contagio con l’esigenza di far sentire ancora nostra la normalità che vivremo d’ora in poi in ambienti sicuri, ma anche accoglienti e piacevoli.
Da sempre attente all’evoluzione del design, così due manifestazioni di Fiera Milano come HOMI, dedicata agli accessori per l’abitare, in programma dal 19 al 22 settembre 2020 con l’edizione Home&Dehors e Host il Salone Internazionale dell’Ospitalità Professionale, dal 22 al 26 ottobre 2021, in questo periodo di ripartenza si sono trasformati in osservatori sul mondo che cambia, anzi, che si ridisegna, proprio grazie alla competenza di quanti creano spazi e accessori.
Le due manifestazioni si offrono oggi, così, come piattaforme di scambio di idee per le community di professionisti chiamati a ideare concretamente la nuova normalità: condividere spunti e successi concreti dei progettisti rappresenta, infatti, una funzione essenziale per i motori di conoscenza rappresentati dalle fiere, soprattutto in questo momento, in cui occorre offrire contributi utili al progresso di ogni settore, per superare la stasi causata dall’emergenza.
Di fatto, ai criteri di sostenibilità che già erano noti e seguiti, come la scelta di materiali naturali o il riutilizzo di materiali riciclati l’arredo degli ambienti o la creazione degli accessori, l’attenzione al processo di lavorazione, la possibilità di smaltire il prodotto alla fine della sua vita, oggi se ne aggiungono quelli derivati dall’attenzione alle norme anti-contagio, che conducono a un rispetto delle esigenze degli utenti e alla riduzione del rischio.
Per il design comincia un nuovo Rinascimento e l’uomo vitruviano, da sempre simbolo della centralità dell’essere umano nell’ordine cosmico, oggi diventa icona della misura della bellezza e dell’armonia nel rispetto dell’altro, all’insegna di un nuovo umanesimo della “giusta distanza” ancora tutto da scrivere (e progettare).
La casa cambia per farci restare noi stessi
Ingressi ridisegnati per essere zone funzionali dove spogliarci appena entrati in casa, luoghi ibridi per lavorare e vivere, nuova organizzazione degli accessori per rendere tutto facilmente sanificabile, superfici, ma anche tessuti, realizzati con materiali innovativi capaci di non trattenere polvere o pensati per non rovinarsi nel tempo al contatto di detergenti a base di ammoniaca.
Le nostre case stanno cambiando: trasformate dalla presenza fissa dei loro abitanti durante il lockdown non torneranno per un po’ quelle di prima. Infatti, sono ancora oggi un po’ scuola, un po’ ufficio, un po’ rifugio per decontaminarsi. Rappresentano gli ambienti che hanno reagito prima al cambiamento in atto, trasformando le destinazioni d’uso degli spazi interni e riscoprendo gli spazi esterni come “oasi” e stanze a cielo aperto.
I designer della casa puntano oggi su funzionalità e versatilità, a cui si coniuga, ovviamente la sicurezza, ottenuta grazie alla capacità degli ambienti domestici di cambiare velocemente, rispondendo alle esigenze di chi sta molto più tempo a casa, offrendo soluzioni a ogni esigenza. Case sempre più pratiche, ma non per questo meno belle.
È importante che al centro del design ci sia la persona che vive gli spazi e che usa gli oggetti: la tentazione di standardizzare, per garantire miglior sicurezza, non deve togliere voce alla creatività, che anzi può uscire rafforzata dalle nuove esigenze, offrendo risposte originali in questo periodo particolare. Spazi multifunzionali e accessori sicuri dal punto di vista igienico, per esempio usa e getta, ma sempre pensati nel rispetto dell’ambiente, rappresentano le sfide del momento e le possibili soluzioni su cui riflettere.
Fondamentale resta il contributo della ricerca sui materiali, dunque, per garantire oggetti davvero utili, sostenibili, sicuri. Ma anche materiali nuovi, o già noti ma usati in modo innovativo, chiamano in causa il design, che deve saperne valorizzare al meglio le caratteristiche, aggiungendo all’ottica circolare produzione – uso – riciclo o riuso, anche il tassello dell’igienizzazione e della sicurezza.
La casa di domani non sarà forse più grande, ma avrà certamente più spazio: per la nostra tranquillità, per le nostre esigenze vecchie e nuove, per la nostra sicurezza. Ma darà più spazio anche a designer e architetti che vogliono davvero cambiare il mondo e non soltanto accettare il mondo che cambia.
Il nuovo valore della ricettività che “innova”
Riscoprire davvero il gusto di rincontrarci, seppure alla giusta distanza. Vacanze, viaggi, o anche cene con gli amici sembrano ancora più lontani, proprio oggi che possiamo uscire di casa: gesti spontanei che oggi vengono rimessi in discussione, contingentati nei tempi e contenuti negli spazi, a cui, però, non possiamo e non dobbiamo rinunciare, anche se ci sembra difficile abituarci alle nuove prescrizioni.
Sta al design aiutare tutti noi far leva sulle opportunità e non sui limiti della situazione e coadiuvare al meglio ristoratori e gestori di alberghi per salvare la cultura della ricettività, in Italia e nel mondo, scrivendone un nuovo capitolo, all’insegna dell’innovazione.
Così, riscoprire un caffè preso da un affaccio sul bar può diventare una nuova piacevole abitudine, almeno quanto lo era in passato attendere al bancone interno il primo espresso della giornata, ma la macchina dedicata a questa attività potrà avere caratteristiche diverse da quelle attuali per essere facilmente installata anche, per esempio, in un dehors.
Anche le Reception degli alberghi possono essere ridisegnate, per accogliere meglio code contingentate, consentendo ai viaggiatori di sostare in piacevoli luoghi di attesa in tutta sicurezza, o offrire corsie preferenziali per la sanificazione dei bagagli. Importante rendere immediati tutti i percorsi, per evitare stress o errori, mantenendo alto il livello di benessere del cliente in ogni momento.
Le camere richiedono di unire bellezza e facilità di sanificazione, massimizzando piacere del soggiorno con la facilità, la velocità e l’efficacia delle procedure di pulizia: materiali e forma degli oggetti d’arredo possono aiutare, ma anche in questo caso la standardizzazione non deve togliere opportunità alla scelta dello stile di ogni hotel.
Nei grandi alberghi, ma presto anche in realtà più piccole, alle soluzioni fisiche si aggiungono quelle tecnologiche, come telecamere e controllo dei flussi che, grazie all’intelligenza artificiale, consentono di prevenire assembramenti. Ma la tecnologia non è utile senza una progettazione degli spazi che la renda davvero efficace e consenta di gestire al meglio in loco le situazioni segnalate dai “cervelli elettronici”.
Se i divisori trasparenti tra i posti ai tavoli del ristorante sono ormai diventati simbolo della profilassi nella ripartenza dei locali, la volontà di rispondere a un limite con un’idea, come la diversa personalizzazione dei tavoli e delle stoviglie, può, per esempio, diventare occasione per innovare con stile, aggiungendo personalità a una misura anti-contagio.
Non si tratta soltanto di garantire sicurezza senza rinunciare alla convivialità e alla ricettività di un tempo, quindi, ma di una vera e propria riscrittura del Fuori Casa e dell’hotellerie, che passa, necessariamente, da ambienti, spazi, oggetti e strumenti per il servizio, reinventati, ridisegnati per essere utilizzati in modo nuovo.
Il design “terapia” del vivere quotidiano
Quelle a cui i designer e gli architetti sono chiamati a lavorare in questo periodo non sono soltanto aggiustamenti, risistemazioni o interventi di emergenza, ma occasioni per dare dignità e accordare la soggettività alle persone che vivono o si muovono in ogni ambiente e hanno diritto alla propria sicurezza e al proprio spazio.
Finché non si troveranno soluzioni sanitarie alla crisi in atto, il design può diventare, quindi una vera e propria “terapia del vivere”: la capacità di evolvere verso progetti che coniughino sicurezza e benessere ci consentiranno, infatti, insieme a una mutata cultura sociale, di saper far fronte alla situazione attuale senza rinunciare all’espressione estetica degli ambienti e al piacere di viverli.
Grazie al design, così, potremo continuare a respirare bellezza, senza paura di essere contaminati dalla standardizzazone di ambienti e luoghi del buon vivere.
Tra innovazioni, dialogo tra community e professionisti e nuova consapevolezza del ruolo del design, appuntamento con HOMI Outdoor HOME&DEHORS a Fiera Milano dal 19 al 22 settembre 2020 e con Host, il Salone Internazionale dell’Ospitalità Professionale, a Fiera Milano dal 22 al 26 ottobre 2021.
fonte e foto: www.horecanews.it
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