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Da Street a World Food e… ritorno
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Negli ultimi tempi di pizza se ne parla ovunque nei media, nei circuiti dell’alta ristorazione, tra i grandi brand del lusso e persino nella moda e anche ovviamente nelle pizzerie tradizionali, come anche nelle pizzerie in catena, che sono sempre di più. Anche gli affari vanno bene, a differenza della ristorazione tradizionale che segna un po’ il passo. Insomma un momento d’oro. E siamo d’accordo. Ma quello che maggiormente colpisce non è tanto il successo commerciale di questo cibo, nato come street food, che è diventato capace col tempo (e con l’impegno di tanti) di parlare un linguaggio gastronomico universale. Oggi la pizza non è più soltanto un cibo, ma un medium per raccontare territori, storie, idee. Ma quello che stupisce sempre di più è che il valore non è nel piatto, ma nel contesto, nel servizio, nell’esperienza che i sempre più performanti operatori del settore sono capaci di costruire attorno.
Un concetto che è stato ben compreso e messo in atto nei nuovi format di locali, luoghi dove la pizza è e resta il cuore, ma tutto il contorno, lo spazio, il servizio, il racconto, viene ripensato e riproposto in modi nuovi e originali. Spazi-proposte-sensazioni-esperienze che ruotano intorno a questa pietanza, come pianeti cangianti e affascinanti ruotano intorno al sole.
Una sorta di miracolo: alzi la mano chi avrebbe pensato una ventina di anni fa che la pizza, questo piatto del popolo che, il più delle volte, con una pizzetta metteva insieme il pranzo con la cena, potesse diventare un World Food di successo, blandito, osannato e qualche volta usato anche come cibo di distrazione di massa.
Succede quando, purtroppo, la pizza diventa anche una chiave per fare politica: lo scorso mese di agosto il presidente americano Donald Trump ha fatto visita a polizia e militari impegnati nell’operazione ripristino dell’ordine di Washington portando loro per la cena cento cartoni di pizza sfornata, a sua detta, dalla migliore pizzeria di Washington. Di certo tanta generosità celava qualche peccatuccio da farsi perdonare, fatto sta che il convivio è stato apprezzato e consumato per strada, in piedi. La prima fetta, per dare il buon esempio e anche perché probabilmente aveva fame, l’ha mangiata lui: Donald.
In un amen da world food la pizza tornata street food: è la magia della pizza o se volere il cerchio della vita.
Giuseppe ROTOLO
Articolo tratto da Pizza&core collection n 125
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