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Cosa si nasconde dietro la preparazione di un piatto

Quali sono i rischi psicologici legati alla professione dello chef? Cosa si nasconde dietro alla preparazione di un piatto? Qualche suggerimento per affrontare lo stress al meglio.

È successo ad ognuno di noi di ritrovarsi in un ristorante e lamentarsi del piatto che fatica ad arrivare, sbuffando e guardandoci attorno con tono accusatorio. Ma cosa si nasconde dietro alla preparazione di un piatto?
news.jpgIn termini di stress, la professione di chef batte tutti i record, una vita all’insegna di un numero impressionante di ore di lavoro, tempi di riposo brevi, una posizione eretta costante, spazi di lavoro confinati e molto caldi, ore e ore sotto pressione, pasti consumati all’angolo di un tavolo in pochi minuti.
Non sorprende che tali condizioni di lavoro presentino il loro ingente conto da pagare. Un sondaggio condotto in Inghilterra dall’unione professionale Unite nel settore della ristorazione tra 265 membri, ha rivelato che le lunghe ore di lavoro degli chef hanno un impatto sulla loro salute, sia fisica che mentale.
Secondo Unite, il 44% degli chef inglesi ha dichiarato di lavorare tra le 48 e le 60 ore settimanali e il 14% oltre le 60 ore settimanali. La metà degli addetti alla cucina ha rivelato di essere rimasta diverse ore dopo la fine ufficiale del loro servizio. E quando gli è stato chiesto se pensavano che il loro orario di lavoro avesse un impatto sulla loro salute, il 69% ha detto di sì. Oltre alle esigenze fisiche di lavorare in cucina, il sindacato ha scoperto che il disagio mentale era comune tra gli chef. Come risultato di queste lunghe ore, il 51% degli chef riporta disturbi legati al tono dell’umore e il 78% ha avuto un incidente o è stato assente dal lavoro a causa della fatica. Molti chef hanno riferito di assumere antidolorifici (56%), alcol (27%) e altri stimolanti (41%) per sostenerli nelle loro vite.
Le molte ore trascorse al lavoro non consentono agli chef di praticare attività fisica, questa mancanza di esercizio fisico è anche la causa dell’aggravarsi dei problema di salute.
news-2.jpgLa gestione dello stress non è “solo” una sfida, ma diventa essenziale per il benessere e per mantenere alta la qualità del lavoro.
Come abbiamo precedentemente detto, affrontare quotidianamente le situazioni difficili in cucina può mettere a dura prova non solo il proprio lavoro, ma anche il proprio equilibrio mentale.

Riconoscere lo stress inizia con la comprensione dei suoi segnali, spesso subdoli e  sottovalutati.
Come professionista della cucina, potresti notare sintomi come irritabilità, stanchezza cronica o difficoltà a concentrarti. Questi segni sono il linguaggio del tuo corpo che sta cercando di chiederti aiuto. Identificare le fonti di stress è il primo passo per affrontarlo efficacemente, permettendoti di adottare strategie mirate per un ambiente di lavoro più sereno e produttivo.
In un ambiente di lavoro come la cucina, dove lo stress è un visitatore frequente, ci sono alcuni alleati fondamentali che possono aiutarti a gestirlo meglio.
Avere una buona organizzazione e pianificazione ovvero strutturare in modo efficace il lavoro è cruciale. Una buona pianificazione permette di anticipare i bisogni e di ridurre la pressione delle scadenze.
Alimentazione e stile di vita: non si dovrebbe mai sottovalutare l’importanza di un’alimentazione equilibrata e uno stile di vita sano. Mangiare bene, idratarsi adeguatamente, e dedicare tempo all’attività fisica sono fondamentali per mantenere l’energia e il benessere mentale.
news-3.jpgRisulta molto importante, inoltre, promuovere la comunicazione e le sane relazioni in cucina. La capacità di comunicare efficacemente e costruire relazioni positive con il team è un altro aspetto al quale prestare la giusta attenzione.
Di fondamentale importanza è anche la capacità di saper chiedere aiuto. L’integrazione di un supporto psicologico professionale sta diventando sempre più riconosciuta nel settore della ristorazione.

Sono sempre più frequenti iniziative come quella dell’Associazione Italiana Ambasciatori del Gusto in collaborazione con l’Ordine degli Psicologi, che stanno promuovendo la salute mentale in cucina. Chef di primo piano come Joan Roca e Yannick Alléno hanno già adottato questa pratica, mettendo a disposizione uno psicologo per la loro brigata.
Questi aspetti, se giustamente curati e trattati, possono diventare dei validi alleati per combattere lo stress e la pressione psicologica all’interno del complesso  mondo della ristorazione.

 

Gabriella Rotolo


Articolo tratto da Pizza&core Collection N 123
clicca qui per sfogliare la rivista

 
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31/03/2025


11/04/2025

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