Dagli scritti di Virgilio passando per il Medioevo e le sulle tavole imbandite per la Gran Contessa Matilde di Canossa, arrivando ai giorni nostri, la “Lambrusca vitis” è diventata parte della storia dell’Emilia-Romagna.
Il nostro viaggio tra i territori del Bel Paese e le uve che più lo rappresentano inizia proprio dall’Emilia dove abili viticoltori, in una continuità che dura da secoli, lavorano questa particolare vite e le sue principali uve per regalarci uno dei vini italiani più venduti al mondo. Stiamo parlando del prodotto enologico che rappresenta in modo pieno e chiaro l’anima di questo territorio, vivace, accogliente, conviviale, ma che sa anche stupire per l’eleganza inattesa di alcune sue proposte: il Lambrusco. Siamo di fronte a un prodotto estremamente interessante e complesso che conta diverse tipologie, con classificazioni e denominazioni specifiche. Impareremo a conoscerlo a partire dall’area della provincia di Reggio Emilia. Ci troviamo nel cuore dell’IGT Emilia in una fascia di terra che dalla “bassa” lambita a nord dal grande fiume Po attraversa tutta la Pianura Padana per arrivare ai dolci rilievi reggiani. I fattori principali che oggi permettono la coltivazione delle diverse tipologie di uve Lambrusche e la produzione di una consistente varietà di prodotti in queste zone sono certamente il clima temperato ma eterogeneo presente in queste colline o nei terreni alluvionali privi di pietrosità che garantiscono l’abbondante presenza di acqua, nutrimento per la vite. La natura di questi diversi vitigni e il caratteristico ambiente pedoclimatico fanno sì che oggi in questi territori siano presenti due denominazioni di origine controllata: la DOC Reggiano e la DOC Colli di Scandiano e Canossa.
Nella DOC Reggiano le principali uve utilizzate sono quelle del Lambrusco Maestri e Lambrusco Marani, con una maggiore concentrazione di uve di Lambrusco Salamino nella zona della pianura e delle uve di Lambrusco Grasparossa nella zona collinare. Da ricordare anche la forte presenza del vitigno Ancellotta o Lancellotta, a bacca rossa, che si distingue per la sua ricchezza di pigmenti coloranti. Da queste uve nasce un vino che possiede un colore rosso rubino con riflessi violacei, un profumo gradevole, caratteristico che varia dal fruttato con spiccati sentori di frutti rossi e un sapore rinfrescante, schietto e conviviale.
La denominazione Colli di Scandiano e Canossa si colloca in un’area limitata che comprende la zona collinare reggiana tra le due sponde dei fiumi Secchia (sul confine modenese) ed Enza (sul confine parmense), dove troviamo dei terreni argillosi e ghiaiosi che rendono il suolo asciutto e un clima con escursioni termiche e una buona esposizione solare dei vigneti, e l’antistante pianura. Questa DOC comprende diverse tipologie di vitigni autoctoni: tra questi le uve del Lambrusco Grasparossa, del Lambrusco Marani, del Lambrusco Salamino e del Lambrusco Montericco a cui si aggiungono quelle del Malbo Gentile che si usano come taglio del Lambrusco Grasparossa. Quest’ultimo dona al vino struttura, corpo e tannicità mentre il Malbo gentile conferisce profondità di colore e intensità fruttata.
Degustando un calice di Lambrusco Colli di Scandiano e Canossa si riconoscerà il classico color porpora pieno con striature rubino, la spuma fine, il profumo dalla bella vinosità, intenso di frutti neri e addolcito da note sciroppate della mora di gelso e dell’amarena. Al palato infine, risulterà frizzante, sapido e armonico con un tannino sottile, gustoso e lungo il sapore del frutto. Quando invece il Lambrusco è amabile regala una bevuta più rotonda, delicata, avvolgente.
Tra le colline di Reggio Emilia nasce la cantina Albinea Canali, realtà importante del settore enologico che ha fatto della capacità di vinificare le più importanti uve di Lambrusco del territorio il suo punto di forza. Insieme alla cantina scopriremo un’altra denominazione, in questo caso che comprende un territorio più ampio rispetto alle due DOC precedentemente scoperte, ma che gli enologi di Albinea Canali hanno saputo interpretare in chiave particolare, fondendo la tradizione reggiana con un look contemporaneo. Parliamo di Meares, Lambrusco IGT Emilia in versione semi-secco, nato da un blend di uve di Lambrusco Salamino, Grasparossa, Maestri insieme alla Lancellotta. Con la sua colorazione intensa rosso rubino, il suo profumo inebriante di frutti rossi con note speziate e il gusto pieno, cremoso e morbido, questo vino riesce a soddisfare la vista, il gusto e l’olfatto del consumatore che è alla ricerca di una bevuta facile, versatile, leggera ma di carattere.
La sua strama tannica e l’acidità ben equilibrata, dovuta al giusto rapporto di residuo zuccherino, fanno sì che questo Lambrusco sia il compagno ideale in un abbinamento con la pizza d’eccellenza dove l’attenzione per la materia prima e gli ingredienti di qualità portano al tavolo una appagante esperienza degustativa. Una proposta di abbinamento interessante per la stagione estiva sarà con una pizza a base bianca con burrata e alici piccanti: infatti le bollicine e la maggiore acidità aiutano a bilanciare la grassezza della burrata e la sapidità delle alici. Inoltre data la presenza di note speziate, il Meares si sposa perfettamente con il retrogusto piccante creando un’armonia al palato. Per la sua versatilità il Lambrusco IGT Emilia sa anche accompagnare lungo tutto il pasto. Accoglie l’aperitivo per poi diventare protagonista insieme a primi piatti di pasta alla sfoglia o ripiena oppure con i formaggi. Ma sa anche sorprendere con i dessert.
Il mondo del Lambrusco è estremamente vario e ricco, pieno di soprese da cui farsi stupire, in un viaggio di scoperta che non deluderà gli appassionati.

Stefania Vitullo, Brand Ambassador Cantine Riunite & Civ

Articolo tratto da Pizza&core collection n 116

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