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Teresa Iorio un vulcano di bravura ed emozioni
Una figlia d’arte, 19esima di 20 figli, suo padre Ernesto era Maestro Pizzaiolo.
Quando nasce Teresa Iorio come pizzaiola?
«Posso dire che sono sempre stata una pizzaiola. Ho iniziato all’età di 12 anni.
Terminata la scuola ho dovuto subito cominciare a lavorare. Sfortunatamente i miei genitori non hanno potuto farmi studiare, una rinuncia necessaria per andare avanti.
Subito dopo la giornata di scuola, i miei genitori mi portavano nella loro pizzeria. Come non poteva nascere in me questa grande passione?
Nel mio futuro vedevo solo una cosa, anzi due: diventare una brava pizzaiola e onorare e gratificare i miei genitori. Il mio sogno era lavorare e riuscire a non far mancare niente né a mio padre, né a mia mamma».
Raccontaci l’emozione più grande della tua carriera da pizzaiola.
«L’emozione più grande l’ho vissuta quando ho vinto nel 2015 il Trofeo Caputo per la Pizza STG. Credimi un’emozione forte forte forte.
Quella grande gioia, accompagnata dalle lacrime che tutti hanno visto su quel podio, diceva una sola cosa ai miei genitori: “mamma, papà ho vinto, ce l’ho fatta”.
Sì, dopo tanti anni di sacrifici, ce l’avevo fatta.
Sono sicura che loro sono fieri di me, anche la mia mamma da lassù! Una bella vittoria dedicata proprio a mia madre e a mio padre Ernesto che mi ha insegnato l’arte. Ogni volta che stendo il disco di pizza penso a lui».
Dopo aver vinto nel 2015 cosa succede alla tua vita da pizzaiola? Racconta...
«Dopo la vittoria del Trofeo Caputo sono stata travolta da uno tsunami! Subito dopo, l’azienda Molino Caputo, mi ha portato a Las Vegas. Ma credimi, ero come tra le nuvole, non mi rendevo conto di quel momento di successo. Poi nel 2017 mi sono rimessa in gioco e ho vinto il trofeo per la categoria Pizza Fritta. Solo quando sono arrivata a Las Vegas per la seconda volta, mi sono detta: “Mamma mia, ma io qua sono arrivata?!” Uno tsunami aveva travolto la mia vita, non immaginavo che potesse succedere».
Cosa diresti ad una giovane ragazza che vuole intraprendere questo lavoro, che vuole diventare pizzaiola?
«Le direi “Nun a fa’, nun a fa’” perché lavoreresti il sabato, la domenica, il lunedì, devi sempre lavorare. (scatta una risata coinvolgente ndr).
Certo è un lavoro faticoso, per questo bisogna avere solo tanta passione dentro, diciamo pure tanto amore per questo mestiere. Sai, è un po’ come sposarsi, perché diventare pizzaiolo è fare un matrimonio. È una cosa meravigliosa. Quando tu ami la persona, la sposi proprio perché la ami e io ho sposato la pizza».
Parole che mostrano come, dietro una tecnica, vivono lavoro e sentimento. La passione per un mestiere di famiglia. Teresa è un ciclone e la sua passione per la Pizza è elemento essenziale della sua vita, tutto questo si respira quando si varcano le porte della sua pizzeria Le Figlie di Iorio.
Giuseppe Rotolo
Articolo tratto da Pizza&core Colletion n 113
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