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Franco Pepe lancia la "pizza Mediterranea" approvata dall’Airc

Nella carta di «Pepe in Grani», a Caiazzo (Caserta), ci sono sette pizze riconosciute dalla Fondazione che lotta contro il cancro. Conformi ai principi della dieta mediterranea, garantiscono il giusto equilibrio tra carboidrati, proteine e grassi

«La mia idea di pizza è questa: non deve essere considerata più uno strappo alla regola, ma un prodotto in linea con i principi della dieta Mediterranea». Nel presentare il suo menu speciale, che ha sette proposte riconosciute dall’Airc (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) come «rispettose dei principi di sana alimentazione», Franco Pepe non parla solo da pizzaiolo o da lievitista. «Da quando sono Ambasciatore della Dieta Mediterranea mi sono proposto di spostare l’asse dal buono al sano. La pizza è l’alimento che ci rappresenta nel mondo e deve diventare un messaggio di giusta alimentazione».

 

La "Pizza mediterranea"

Questo non vuol dire «che mangiando la mia pizza si sconfigge il cancro– chiarisce Pepe– ma che seguiamo delle linee guida per un prodotto semprenews.jpg migliore, anche a livello scientifico». Prima del riconoscimento della Fondazione istituita da Umberto Veronesi che da più di 50 anni sostiene la lotta contro i tumori, il percorso «salutare» del maestro internazionale della pizza era già cominciato. È dal 2018, infatti, che nella carta di «Pepe in Grani», il suo tempio a Caiazzo (Caserta), fra le 50 pizze del menù c’è pure una selezione di 12, frutto di una ricerca portata avanti con la nutrizionista Michelina Petrazzuoli. L’idea generale era quella «di rendere le pizze conformi ai principi della dieta mediterranea», spiega la dottoressa che oggi è parte stabile del team del locale. Mentre l’obiettivo concreto consisteva nel realizzare un prodotto gustoso e «con apporto calorico costituito per il 55-60% da carboidrati, per il 15-20% da proteine e per il 25-30% da grassi, nel rispetto dei dettami della dieta. Che, fra i vari benefici, può ridurre i rischi di sviluppare il cancro e ci impone un equilibrio tra questi elementi». Prima il menù — che include le grammature degli ingredienti e i valori nutrizionali dei vari gusti — si chiamava «Funzionale», ora «pizza Mediterranea», proprio in ossequio al modello nutrizionale riconosciuto dall’Unesco.

 

Le fibre e l’extra piatto

Che cosa mancava per avere un pasto totalmente equilibrato? «Le fibre, spesso trascurate nella grande ristorazione, ma di un’importanza enorme nella risposta metabolica del consumatore», continua la nutrizionista. Ecco perché tutte le pizze del menù, non solo quelle contrassegnate con il bollino Airc, sono accompagnate da una porzioncina di insalate, ognuna diversa ma tutte ricche di fibre. «Volevamo trovare un modo di includerle nel piatto nella giusta proporzione e senza perdere le proprietà nutrizionali del vegetale– continua la studiosa– ingredienti come basilico e rucola, se posti sulla pizza troppo calda o cotti in forno, subiscono delle modifiche nutrizionali piuttosto ingenti». Nasce così l’idea dell’extra piatto, una ciotolina piena di vegetali da consumare separatamente.

 

Ricalcolo dei macronutrienti e il dressing

Nell’elegante tagliere su cui viene servita la pizza c’è anche un terzo spazio. È destinato al «Pepe dressing», composto da olio, semi e spezie del territorio. «Si usa per “pucciare” il cornicione che non deve tornare mai cucina», spiega Pepe, fermo sostenitore dell’anti-spreco. «Serve anche per abbassare il carico glicemico», precisa la nutrizionista. In questo sottile gioco di equilibri, c’entra anche la grammatura del panetto da stendere. Racconta Pepe: «Quando fu presentato il disciplinare della pizza napoletana negli anni ’90, vidi il primo approccio scientifico nei confronti di questo alimento. Si scrisse che il panetto doveva essere di 180 g. Ora, in genere, si ha una grammatura tra i 250 e i 300. Troppo!». Nelle pizze di Pepe i macronutrienti vengono ricalcolati: prima di tutto vengono abbassati i carboidrati con la riduzione del panetto a 200 grammi. Poi ci sono gli altri elementi. Nel caso della «Pizza ritrovata» (una marinara), ad esempio, vengono aggiunte le acciughe per dare sia proteine che acidi grassi omega 3. E per i vegani? Nella carta troviamo anche proposte come la «Memento» dove il completamento proteico è dato dalla crema di ceci.

 

Pepe in Grani e Airc

Sono anni che Pepe e la Fondazione si incrociano. Ma è solo da giugno che il maestro è entrato in contatto con la presidente del comitato Airc Campania, Roberta Costa Buccino Grimaldi. «A giugno ci ho parlato a telefono — racconta lei — volevo coinvolgerlo in una serata. Ma lui voleva di più e mi ha detto: “Voglio sapere se quello che porto in tavola è corretto o meno e se posso migliorare”». Da una semplice telefonata è nato un rapporto, una sinergia e una collaborazione concreta. Per tutto il 2022, infatti, ogni qualvolta sarà scelta una delle sette pizze del menù, verrà devoluta alla Fondazione una cifra dall’uno ai tre euro. E da gennaio in poi, verranno organizzati, all’interno di «Pepe in Grani» una serie di appuntamenti per la raccolta fondi.

 

fonte e foto: https://www.corriere.it/cook/news/


03/01/2022

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