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Piattaforme di prenotazione: sì, ma non troppo

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ll mondo della ristorazione, specie per quanto concerne il “rapporto” con la clientela, è in grandissima trasformazione, una vera e propria rivoluzione dovuta essenzialmente all’apporto della tecnologia che sta cambiando il modo di relazionarsi dell’intera nostra società e quindi cambia anche il modo di relazionarsi fra cliente e ristoratore.
È ormai assodato che per decidere in quale ristorante o pizzeria andare per la serata la stragrande maggioranza dei consumatoriordine-online.jpg oggi si rivolge alla rete, e in rete non mancano certamente offerte e proposte di ogni tipo.
Le piattaforme che consentono di prenotare un tavolo, o di ordinare uno spuntino da ricevere a casa sono sempre più in voga e sono sempre di più.
Non stiamo qui ad elencarne i nomi, ma sono in continuo aumento, così come in vertiginoso aumento sono le prenotazioni che transitano da queste applicazioni.
E se da un lato tutti gli operatori della Ristorazione possono trarre vantaggi nell’iscriversi alle varie piattaforme ed intercettare la domanda, dall’altro invece c’è da chiedersi che fine fanno le centinaia di migliaia, se non milioni di informazioni, che “il cliente” dà alla piattaforma per poterla adoperare.
Il ristoratore riceve la prenotazione ed è contento, ma forse non riflette abbastanza che quello che riceve in fondo non è il suo cliente, ma è il cliente della piattaforma attraverso la quale è transitata la sua prenotazione, un passaggio nel quale il consumatore ha lasciato tracce importante di sé.
Residenza ed età, il numero del suo cellulare, indirizzo mail, contatti social e poi magari informazioni e dati più circostanziati che permettono alla piattaforme di profilare al meglio il consumatore. Profilare il target è un esercizio fondamentale nelle dinamiche di marketing, permette di compiere analisi, pianificare strategie, mandare offerte e poi magari gestire dati e informazioni per veicolare offerte magari di un ristorante concorrente a quello per il quale quel consumatore ha lasciato i suoi dati.
schema.jpgPer questo motivo lasciare negli archivi delle piattaforme tutti i preziosi dati di chi si è seduto al tavolo del ristorante e magari ha apprezzato quanto ha mangiato e bevuto, non sempre è un esercizio che alla lunga paga.
Stesso discorso per le piattaforme specializzate nel food delivery (l’ordinare cibi take away online), giunge un ordine, si prepara il cibo, arriva un ragazzo in bici che lo prende e lo porta a destinazione. Il ristoratore manco ha la possibilità di vedere in faccia colui per il quale ha cucinato. Praticamente un esercizio al buio.
Le piattaforme con le loro evolute applicazioni in questo modo mappano sempre più e meglio il mercato e crescendo (come certamente avverrà) potranno condizioanre sempre più il mercato e gli stessi operatori della ristorazione.
L’ideale sarebbe per chi si occupa di ristorazione, oltre che piazzarsi sulle piattaforme, dotarsi ed utilizzare un proprio sistema di profilazione attraverso il quale gestire il proprio business e compiere attività mirate allo sviluppo del proprio business.

Quando il ristorante entra nelle mura di casa.
Fra le altre rivoluzioni che sta implementando il processo tecnologico vi sono le nuove forme di ristorazione come l’Home restaurant e il social eating. Ecco alcuni dati interessanti raccolti dalla Coldiretti che tracciano in quadro numericamente importante che è del resto in crescita.

 

Giovanni Rotolo


12/06/2019

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