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L’Italia invecchia, ma la ristorazione no

L’Italia sta invecchiando, la natalità è ai minimi storici, saremo un Paese di over 65 e l’economia ne risentirà gravemente: è l’estrema sintesi di ciò che ha dichiarato i mesi scorsi l’agenzia Moody’s analizzando la situazione italiana attuale e tratteggiando il suo futuro. Un futuro poco entusiasmante se dovesse accadere, con una forza lavoro sempre più scarsa, tanti pensionati e dunque conseguenze sui conti pubblici e in generale sull’economia. Un futuro, sempre secondo Moody’s, in cui a pagarne per primi sarebbero ristoranti e abbigliamento, in quanto sarebbero quelli “meno interessanti per gli anziani”. Non entreremo qui nel merito dei meccanismi politico-economici sul lavoro e sulle pensioni, né faremo disquisizioni sull’affidabilità dell’agenzia di rating, cercheremo invece di capire con voi, stando anche ad altre fonti, se davvero il settore ristorativo è a rischio o meno e se, al contrario, il futuro del settore potrebbe invece essere rosa.

Tanti over 65anziani.jpg
Partiamo dal dato oggettivo: i cittadini italiani con più di 65 anni al 1° gennaio 2019 sono quasi 14 milioni, pari al 22,8% della popolazione totale. Di 38,6 milioni italiani fra i 15 e i 64 anni, la maggior parte è over 40 (circa il 37,2% ha tra i 40 e i 64 anni), mentre circa 2,2 milioni di persone hanno o superano gli 85 anni, (3,6% della popolazione). Affianco all’allungamento di vita continua poi il trend negativo della natalità; se il ritmo continua ad essere questo nel 2040 un italiano su tre avrà più di 65 anni (dati Istat). “Alcuni comparti aziendali italiani, come trasporti, ristoranti, abbigliamento e calzature, soffriranno perché gli anziani spendono meno in queste cose”: queste le dichiarazioni di Ernesto Bisagno, Vice Presidente di Moody’s Senior Credit Officer (fonte Repubblica.it).
È abbastanza intuitivo immaginare che l’economia debba poggiarsi su giovani in ingresso nel lavoro. Tuttavia, nello specifico, è plausibile che il settore ristorativo invece di entrare in crisi crescerà al contrario delle previsioni?

consegna.jpgNuovi stili di vita nel nostro Paese
La Fipe ha voluto subito controbilanciare le aspettative negative di Moody’s rispondendo in una nota stampa che “L’invecchiamento della popolazione in Italia avrà sicuramente ripercussioni da un punto di vista economico (…) Ci sentiamo tuttavia di affermare con sufficiente tranquillità che le imprese della ristorazione, se coinvolte, lo saranno solo in minima parte. L’analisi di Moody’s non tiene infatti conto del significativo cambiamento degli stili di vita nel nostro Paese, con un numero crescente di italiani che sceglie di consumare pasti fuori casa e passare sempre meno tempo davanti ai fornelli. Ricordiamo a questo proposito i dati dell’ultimo Rapporto Ristorazione Fipe secondo cui gli italiani dedicano solo 37 minuti al giorno alla preparazione dei pasti, mentre il settore dei consumi fuoricasa rappresenta il 36% della spesa alimentare totale con un valore aggiunto di 43,2 miliardi di euro. Eventualmente, sarà necessario adeguare l’offerta alle esigenze e ai gusti dei consumatori d’età più alta che, tra l’altro, sono anche quelli più alto spendenti (…)”.
Insomma, secondo Fipe il fuori casa è un settore in cui la presenza di consumatori che vanno verso il pensionamento non costituisce un problema.


Nuovi format
L’immagine dei ristoranti vuoti perché diventeremo un Paese di anziani che resteranno a casa (magari davanti alla Tv) a mangiare una pizza surgelata presa dal discount apparirebbe troppo catastrofista anche se guardiamo le analisi Trade Lab sul settore. Le indicazioni di Trade Lab ci raccontano un fuori casa dinamico e persino con margini di crescita a dispetto di tutti i fattori economici infausti. Questo perché la ristorazione riesce a integrarsi e rispondere in maniera molto veloce alle esigenze del mercato. Le proiezioni di Trade Lab sono positive: si prevede che la domanda fuori casa crescerà ancora negli anni, legata al fenomeno “dell’esodo domestico”. Ci saranno più donne che lavoreranno e i ritmi di lavoro porteranno a consumare fuori casa. Questa domanda potrà essere soddisfatta in vari modi e cresceranno format diversi fra loro, che entreranno in concorrenza con i locali tradizionali, ma che rappresenteranno comunque un’area di sviluppo della ristorazione in generale.
Stando a Trade Lab i trend in crescita sono:
1) la forma del lunch con risparmio di tempo, prezzi accessibili e menu improntati ad una dieta sana
2) i monomarca (aziende food e non food che aprono un proprio punto di consumo brandizzato)
3) il locale interno ai centri commerciali
4) la prenotazione online: saranno questi i fenomeni con cui confrontarsi.
L’Italia, dunque invecchia, ma la ristorazione rimane dinamica e come un giovane, cresce e cambia.

 

Giovanni Rotolo

 

gente-ristorante.jpg


11/06/2019

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