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La petizione per far chiedere che l`arte della pizza entri nei beni immateriali dell`unanimità ha raggiunto il suo culmine a Las Vegas e Parigi.
La si potrebbe chiamare “Operazione Las Vegas” quella che i nomi più prestigiosi delle associazioni di categoria, dei “pizzaiuoli” con la u, napoletani e americani, e dei produttori di farina partenopei, hanno portato avanti per la candidatura della pizza come patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Del resto la squadra che si è mossa per raccogliere le firme, durante la selezione a Las Vegas per il XV Trofeo Caputo, che si svolgerà a settembre a Napoli, ha visto scendere in pista i campioni mondiali: Teresa Iorio, Valentino Libro, Davide Civitiello, ma anche Vincenzo Capuano, Simone Fortunato, Umberto Fornito, Andrea Cozzolino, Gennaro Russo, Saverio Ciampi, Michele D`Amelio, Giulio Adriani, Diego Viola, Adriana Avallone, Giovanni Gagliardi e, ancora, gli americani Jonathan Goldsmith, Mark Dim e John Arena. Assieme a loro, Antonio, Mauro e Antimo Caputo, produttori di farina, con il presidente dell`Associazione Pizzaiuoli Napoletani, Sergio Miccù. Una squadra compatta che è riuscita a convincere 30 mila visitatori presenti al grande evento americano sulla pizza. Non a caso la passione per la pizza è diventata planetaria con gli americani che - sottolinea la Coldiretti - sono i maggiori consumatori di pizza con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 kg all`anno, e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 kg di pizza pro capite annui chiudono questa classifica.
Dopo Las Vegas è stata la volta della tappa di Parigi, durante la fiera Parizza, dove si è raggiunto e superato l`obbiettivo record di un milione di firme. La campagna di raccolta, dunque, partita con una petizione online promossa da Univerde e continuata offline, in giro nel pianeta, è arrivata all`esito sperato: "Gli occhi della nostra regione - commenta Gennarino Masiello, presidente di Coldiretti Campania - sono puntati sul capoluogo francese. La decisione dell`Unesco potrà offrire al nostro territorio una grande occasione. Dopo gli anni difficili che hanno colpito la nostra immagine nel mondo, rappresenterebbe un rilancio straordinario con effetti concreti su tutte le filiere e in particolare sul nostro patrimonio agroalimentare".
Proprio nella giornata di ieri, nella sede centrale dell`Unesco, in Place de Fontenoy 7, è arrivata la notizia ufficiale, in occasione dell`incontro dal titolo "L`arte della pizza napoletana: storia e tradizione di una passione"; adesso la palla passa all’Unesco che valuterà la candidatura e si pronuncerà nel 2017.
15/03/2016
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