Da sempre il cibo è frontiera di contaminazione: si mescolano ingredienti, si prende ispirazione da forme, si rivisitano ricette, si imitano presentazioni.

Ad esempio, abbiamo sentito spesso parlare di pizza kebab, che non è più, nella carta delle pizzerie, una novità, ma è diventata una ricetta del nostro “mangiare comune”. Che i cibi di diverse culture si influenzino vicendevolmente non è cosa recente, è frutto della storia; così come si mescolano i popoli, così si mescolano le culture, soprattutto quelle popolari, e fra queste la prima è proprio la gastronomia. Per inciso va ricordata anche la grande presenza di stranieri nelle pizzerie: su 150 mila lavoratori solo 65 mila sono italiani, mentre 20 mila sono egiziani e oltre 10 mila marocchini. Dunque, gli stranieri non solo aprono nuove attività (come le kebaberie) portando i propri sapori in Italia, ma lavorano in pizzeria portando un po’ di mondo nel proprio lavoro e nella pizza. Ma che succede se è un Italiano a rivisitare un prodotto straniero?

Succede che fa notizia e diventa moda; forse non è un caso che sia proprio a Napoli, la terra della pizza, che sia nato un prodotto del tutto nuovo, il Kepurp, la risposta partenopea al kebab. I napoletani, non è luogo comune e la pizza lo dimostra, di inventiva ne hanno sempre avuta.

Il Kepurp nasce dall`idea di Ciro Salatiello, chef ufficiale del Calcio Napoli. Si tratta di una insalata di polpo pressata in modo da assumere la caratteristica forma del Kebab, da cui “ruba” l’idea tagliare delle fettine al momento, per condire qualsiasi cosa, un panino o una piada, da mangiare pre strada, o perché no, anche una calda e fumante pizza.