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Com’è andato il cenone?
Da Verona a Cervia, passando per Milano Marittima e scendendo attraverso l’Italia fino a Lecce e Palermo, i menu di Capodanno hanno seguito il filo rosso del costo contenuto.
Il gran finale non ha deluso le aspettative dei gestori che, con i menu salva crisi, hanno soddisfatto da un lato i bisogni dei consumatori e dall`altro lato la propria esigenza di lavorare bene in uno dei periodi cruciali per la "cassa".
Molte le città che hanno visto il tutto esaurito, fra queste Verona, secondo l’ass. Terranostra.
Ad agevolare i ristoranti la presenza di turisti e la presenza di numerosi eventi che hanno animato le festività.
Ma ritorniamo al menu che ha caratterizzato quest’ultimo cenone di san Silvestro: tantissimi locali, in controtendenza con l’abitudine consolidata negli anni, hanno lasciato al cliente il menu “a la carte”, così da permettergli di scegliere e la possibilità di pagare ciò che ha “consumato”, senza rinunciare alla qualità media quotidiana del ristorante.
Il menu fisso, però, come detto, è stato contenuto e ragionato, con prezzi accessibili ai più, con punte, in basso, di 60 euro.
Il menu alla carta e il menu low cost ha permesso sì di mantenere i locali pieni, ma gli incassi sono stati minori, e forse per molti non hanno permesso di quadrare i conti a fine anno: secondo i dati Infonet (società lombarda operante nel settore dei servizi di business & credit information), pubblicati nei giorni scorsi da IlSole24Ore la ristorazione sta soffrendo e accusa adesso i veri colpi della crisi, soffocata fra calo di consumi e aumento di costi fissi.
L’analisi Infonet prende in esame il totale delle società di capitale italiane e confronta il numero delle società in perdita nel 2013 con quelle del 2012: nel settore della ristorazione-alloggio (alberghi, strutture ricettive, tutto il comparto della ristorazione, dai ristoranti ai bar) la quota delle società con risultato operativo negativo è 42,21%, mentre la quota di quelle con risultato netto negativo sfiora il 50%
«Il comparto "Alloggio e ristorazione" –spiega Infonet - è estremamente frazionato e la quota di imprese costituite in forma di ditta individuale e società di persone, per le quali non sono disponibili i bilanci, risulta molto elevata (84%). Ciò nonostante l`analisi dell`andamento delle società di capitale si presta a considerazioni molto interessanti». Riepilogando il ragionamento di Infonet, il bilancio delle imprese di maggiori dimensioni può essere un indicatore per il settore intero: la sofferenza delle imprese di capitali è presumibilmente confrontabile con la sofferenza delle ditte con forma semplice, e dunque i risultati di Infonet sono estendibili all`intero comparto.
07/01/2014

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